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 2025  febbraio 14 Venerdì calendario

Quarticciolo, un quartiere in mano ai pusher

ROMA Quattro aggressioni alle forze dell’ordine nel giro di nemmeno un mese al Quarticciolo periferia Est della Capitale. Le ultime ai danni dei carabinieri e poi della polizia mercoledì, nella mattinata e in serata. Due gli agenti contusi, una decina gli arresti. In quest’angolo di Roma i «Napoletani del Tuscolano» come erano chiamati quelli del clan Pagnozzi legato ai famigerati Senese in odore di Camorra, prima di finire dietro le sbarre, avevano messo radici pronti a conquistare questo pezzo di Capitale fino a espandersi a Centocelle e imporsi finanche ai violenti Casamonica. Poi sono arrivati i calabresi che qua con lo «zio», ossia ad Antonio De Vito, appartenente alla cosca Giampà di Lamezia Terme, nel circolo “Liberi Tutti”, ossia la bisca di via Manfredonia, avevano fatto il loro quartier generale. «Adesso non si vedono che spacciatori giovanissimi, quasi tutti nordafricani, manovali della droga che vendono l’hashish ma soprattutto il crack. Ormai è casa loro. E siamo circondati da zombie, quelli che “si fanno” giorno e notte: non ne possiamo più», allarga le braccia la signora Maria, una delle veterane del Quarticciolo. In via Ostuni i residenti neanche parcheggiano più, gli spacciatori non vogliono avere ficcanaso tra i piedi. Lungo questa strada il 26 maggio del 2023 venne gambizzato un altro degli epigoni calabresi, il cinquantenne Luciano Marsella, già indagato in un’operazione contro il narcotraffico dalla Dda di Catanzaro: un business gestito dalle cosche vibonesi in accordo con proprio con i Casamonica. E poi coinvolto nel ferimento di un tunisino. Oggi per strada, nel reticolo dei lotti popolari tracciati secondo la logica del cardo e dei decumani degli antichi romani, non ci sono che ragazzini o poco più. «Non hanno nulla da perdere, non vanno a scuola, non hanno un lavoro, nemmeno una casa, se li “comprano” con pochi euro e li fanno spacciare. Molti lo fanno per pagarsi loro stessi lo stupefacente», spiegano alcuni residenti.
L’associazione Luce sia sul Quarticciolo è categorica: «Alle forze dell’ordine va tutta la nostra solidarietà per le aggressioni subite. A spacciatori, vedette e criminali ricordiamo che questo quartiere appartiene alla gente perbene, onesta e laboriosa, che ogni mattina si alza per andare a lavorare e costruire un futuro migliore». Tra loro c’è Riccardo Francisci, 30 anni, nato e cresciuto nel quartiere. «Piange il cuore a vedere che nei giardino i bambini non possono più giocare, che gli anziani hanno paura a uscire di casa. Ma noi lo grideremo ancora e sempre più forte: il quartiere è nostro e non lo lasceremo in mano alla criminalità». Una lotta non facile, dal momento che il business della droga si è insinuato nelle vite quotidiane di chi, volente o nolente, chiude gli occhi davanti a violenze e sopraffazioni, facendo le “rette” (la custodia della droga affidata a insospettabili dietro un pagamento o come “favore” estorto) o favorendo le occupazioni abusive delle case popolari.