la Repubblica, 14 febbraio 2025
Monaco, biografia di un attentatore islamico
MONACO – Era arrivato in Germania giovanissimo, da “minore non accompagnato” come li etichetta la burocrazia. Dopo una lunga odissea che dall’Afghanistan lo aveva portato anzitutto in Italia, classica prima porta dell’Europa. Più precisamente, è a Reggio Calabria che avevano preso le impronte del quindicenne. Ed è lì, forse, che avrebbe dovuto chiedere asilo in base alle regole di Dublino. Ma dopo una breve presenza a Brescia, si erano perse le tracce di Farhad N., il 24 enne che ieri ha compiuto l’ennesimo attacco in Germania. Dopo essersi sottratto ai radar delle autorità italiane, il ragazzino era riemerso nel 2016 a Monaco e aveva fatto richiesta di asilo. Gli era stata respinta, ma siccome Farhad aveva cominciato nel frattempo a frequentare una scuola, aveva apparentemente tentato una traiettoriadi assimilazione e di integrazione. La città di Monaco, pur in presenza di una richiesta di asilo respinta, gli aveva concesso un permesso di soggiornoregolare. Farhad si era messo dalla parte giusta della legge, era diventato detective da negozio, come viene chiamata in Germania la guardia che intercetta i ladruncoli da scaffale. E questa identità ha creato ieri un colossale equivoco, quando molti media tedeschi si sono messi alla caccia di notizie dettagliate sull’attentatore della Seidlitzstrasse. Perché Farhad è emerso ovviamente negli schedari di molti processi per furtinei negozi. Ma non come imputato, come testimone.Sui social Farhad aveva rivelato anche la sua passione per il body building: ci sono foto che lo ritraggono mentre alza pesi e si lancia in faticosi esercizi sugli attrezzi, i suoi profili Tiktok e X, ora cancellati, erano seguiti da decine di migliaia di follower. Lo scorso maggio, aveva anche partecipato al campionato juniores tedesco di body building, a ottobre era arrivato quinto a un contest chiamato “Men’s Physique”. Spiegel ha intercettato ieri sera un imprenditore che aveva posato con lui durante una gara. Si ricordava che la passione per i pesi era recente, ma che Farhad si era mostrato ambizioso: «Migliorava a vista». Era «super gentile e aperto», lo ricorda l’imprenditore. «Niente era strano, in lui», ha aggiunto.Ma poi c’era la zona d’ombra, la sua esistenza da Dottor Jekyll, la passione per l’Islam più estremo. Che in Germania si coniuga con alcuni predicatori salafiti del Nordreno-Westfalia i cui video Farhad aveva condiviso sui suoi social. L’afgano era legatissimo alla sua terra di provenienza, ma ultimamente sembrava anche averne abbracciato gli aspetti più fanatici. In uno degli ultimi post prima della strage di ieri si era fatto ritrarre in maglietta nera, accanto a due sconosciuti, in una foresta. E aveva aggiunto delle didascalie religiose. L’ultima frase recitava così: «Cancella tutti coloro dalla faccia della terra che sono cattivi con l’Islam».