la Repubblica, 14 febbraio 2025
Zaia incalza il centrodestra sul fine vita
ROMA — Luca Zaia, a destra la criticano per la sua posizione favorevole al fine vita.«Non solo a destra».È diventato un liberal?«Non scherziamo. Mai fatto guerre di religione, ma ho guardato sempre in faccia la realtà. Ricorda col Covid?Sono stato il primo a istituire la zona rossa, a chiudere tutto, carnevale di Venezia compreso, mentre altri organizzavano gli spritz…».Cosa propone?«Sul fine vita serve una legge nazionale».Ma è una di quelle riforme che la destra avversa da tempo.«Veramente le resistenze ci sono anche nel centrosinistra».Sarà, ma lei è stato attaccato da Fratelli d’Italia.«Le cose che dico ora le sostengo da tempo. Tre anni fa vi dedicai buona parte del mio libro, I pessimisti non fanno fortuna …».Ora è nel mirino perché vuol adottare un regolamento alla Regione Veneto.«Non è un regolamento. È una circolare, che dovrebbe fissare delle regole, in quanto il fine vita esiste già».Come c’è già?«C’è la sentenza della Consulta del 2019. Stabilisce che un malato terminale può fare domanda se sono rispettati questi quattro requisiti: diagnosi infausta, mantenimento in vita da supporti, grave sofferenza fisica e psichica, libertà di scelta. In Veneto abbiamo avuto sette domande».A chi bisogna fare domanda?«Alle aziende sanitarie. Poi a decidere è un comitato etico».Quante sono state accolte?«Tre, due sole delle quali sono arrivate fino in fondo. Manca una legge che stabilisca i tempi: entro quando bisogna rispondere al paziente? Chi può somministrare il farmaco? È come se per l’aborto non si fossero fissati i termini per l’interruzione della gravidanza».Cosa pensa della legge fatta in Toscana?«Il governo la impugnerà. Ma il punto è che non possiamo fare venti leggi regionali diverse, tutte a rischio».Cosa dice a chi non la vuole?«Per coerenza dovrebbero fare una legge per impedire di dare esecuzione alla sentenza della Consulta».E a chi è dubbioso?«Una legge del Parlamento potrebbe accogliere i loro dubbi, renderla migliore».Cosa invece non si può fare?«Nascondere la testa sotto la sabbia.Fare finta che il fine vita non ci sia».I sondaggi dicono che gli italiani sono largamente favorevoli»La politica non dovrebbe tenerne conto?«Sui temi etici non deve prevalere la casacca politica».Insomma, non si può stare fermi?«Sì, infatti vedo in giro un dibattito che non capisco. Un grande festival dell’ipocrisia…».Fratelli d’Italia dice che bisogna puntare sulle cure palliative.«Sì, noi in Veneto siamo i primi nelle cure palliative. dobbiamo impegnarci a fare ancora di più. Ma c’è un ma…».Quale?«I malati terminali che chiedono l’accesso alla procedura di fine vita rifiutano le cure palliative, facendo una scelta intima e personale».Come lo spiega?«Perché la loro richiesta a un certo punto non ha più nulla a che fare col dolore insopportabile, ma con la dignità di quella condizione dell’ultima fase della loro vita».La politica frena. Teme il giudizio della Chiesa?«Ma cosa c’è di nuovo nella legittima posizione della Chiesa? Lo dico con rispetto, da cattolico. Ricordo anche che la Chiesa era contraria al divorzio e all’aborto».Ai cattolici contrari cosa vorrebbe dire?«È doveroso rispettare le idee di tutti, non offendere nessuno, ma il mantra per me resta: la tua libertà finisce dove inizia la mia e viceversa».C’è già la legge sul testamento biologico.«Sì, le disposizioni anticipate di trattamento del 2017. E non le pare una contraddizione nel negare il fine vita?»Crede che ci sarà un ripensamento sul terzo mandato?«Non lo so. Vediamo cosa dirà la Consulta sulla legge campana. Io lavoro come prima, ho appena portato a casa le Olimpiadi giovanili del 2028 in Veneto».Non mi sembra rassegnato.«Sono un tipo pragmatico. Però faccio notare che solo i governatori e alcuni sindaci hanno il blocco di mandato».Salvini è in difficoltà?«Le rispondo con Carducci quando gli chiesero di scrivere di sua madre: “Mia madre è mia madre punto e basta”».Cosa vuole fare Zaia da grande? Ministro, presidente del Coni, sindaco di Venezia?«Mai avuto distrazioni di sorta. Ma quando si porrà la questione dirò la mia…»