il Fatto Quotidiano, 11 febbraio 2025
Veneto, “tassa oriundi” per chi vuol tornare italiano: municipi ingolfati dalle domande
La calata in Italia di figli, nipoti e nipotini dei nostri avi emigrati in Brasile sta mettendo in ginocchio i municipi del Bellunese. Sono tutti oriundi e, visto che nelle loro vene scorre sangue italiano, anche se sempre più annacquato, hanno diritto ad acquisire la nostra cittadinanza. L’effetto consiste in decine di migliaia di richieste recapitate nei piccoli comuni da cui sono partiti gli antenati, che paralizzano l’attività amministrativa e costringono i sindaci ad affrontare i ricorsi giudiziari di chi, non avendo ricevuto ancora il riconoscimento, si rivolge alla magistratura. Per questo i sindaci stanno correndo ai ripari, aggrappandosi a una norma inserita nell’ultima Finanziaria che li autorizza a imporre una tassa di 600 euro a chi presenta le domande.
L’intento è ovviamente deflattivo. Lo spiega Roberto Padrin, sindaco di Longarone e presidente della Provincia. “Il mio Comune ha 5.200 anime e almeno mille domande di cittadinanza in attesa di risposta. Con due impiegati a tempo pieno e un part time in Anagrafe, dovrei destinare una persona solo agli adempimenti verso i brasiliani”. Un paradosso che può essere risolto solo per legge. “Per fortuna hanno tolto gli iscritti all’Aire dal calcolo della popolazione votante, altrimenti avrei dovuto fare i conti anche con tremila persone che risiedono all’estero”.
A sollevare il problema prima di tutti è stato Camillo De Pellegrin, sindaco di Val di Zoldo, un paese di 2.718 anime. Un anno fa ha esposto dal balcone del municipio la bandiera brasiliana, scrivendo: “Comune di Val di Zoldo del Brasile, Stato del Rio Grande do Sul”. Il console brasiliano si era arrabbiato, ma De Pellegrin non ha rinunciato alla battaglia per una distorsione che assicura il passaporto a chi ha un predecessore morto dopo la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861. Una legge del 2007 ha aperto l’iter per spedire le richiesta ai comuni di origine, anziché all’ambasciata italiana, che impiegava anche 15 anni a evadere le pratiche.
Il risultato è la paralisi dei comuni italiani, per un fenomeno dietro il quale si intravvede un traffico gestito da pochi professionisti. “Spesso queste persone non hanno rapporti con l’Italia e i nostri paesi” spiega De Pellegrin. Nella stessa situazione ci sono anche Belluno, Seren del Grappa e Borgo Val Belluna che hanno approvato la tassa da 600 euro. “Ma è solo un contentino…” conclude il sindaco.