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 2025  febbraio 11 Martedì calendario

«Un giorno da pecora» e l’arte di far risultare simpatici i politici


Giorni fa, quando ho sentito il ministro della Giustizia Carlo Nordio dire alla radio che gli dispiaceva che il torturatore Almasri fosse libero (tutto qui?) mi sono sorti alcuni dubbi sulla trasmissione «Un giorno da pecora» che va in onda su Rai Radio1.
Mi spiego meglio, non vorrei essere frainteso, parlo di un ottimo programma. Il ministro ha accettato l’invito di partecipare perché era il suo compleanno. Ai microfoni di «Un giorno da pecora» Nordio ha anche raccontato a Giorgio Lauro e Geppi Cucciari aspetti delle sue ben note preferenze cocktailiane che vanno al di qua o al di là della politica: «Nel weekend preferisco il Negroni allo Spritz» ha confessato, rivelando poi un aneddoto legato alla sua infanzia: «Quando mi è capitato di servire da chierichetto in chiesa, rubavo il vino non consacrato». Quindi la battuta di Lauro: «Non si preoccupi, ormai il reato è prescritto». In quel momento, Nordio mi è parso pure simpatico.
In genere, della trasmissione si dice un gran bene: che è ironica e che non fa sconti a nessuno, che ha la capacità di fare in modo che gli ospiti parlino di tutto, cantino e recitino. Può darsi che tutto questo funzioni quando gli ospiti sono persone del mondo dello spettacolo ma che operi invece in modo contrario con gli uomini politici, più scaltri e avveduti.
Se i politici fossero convinti che nei loro confronti «non venissero fatti sconti» (che brutta espressione!) di certo girerebbero alla larga dal programma. Se accorrono volentieri è perché ne ricavano un beneficio.
Ammiro Giorgio Lauro e più ancora Geppi Cucciari ma dovrebbero spiegarmi il paradosso dei paradossi: perché quando è loro ospite Maurizio Gasparri – e ho detto niente – ottiene l’effetto di risultare simpatico? Perché gli uomini sono come le pecore, si nutrono di ciò che gli viene dato?
Quando ci si limita allo sfottò (è questo che fa Giorgio Lauro, un umorismo leggero e bonario, senza ironia o sarcasmo) il risultato involontario è quello di esaltare piuttosto che ridicolizzare l’ospite. Che, alla fine, se ne esce sempre con la sua brava medaglia di «simpatico». Persino Nordio, persino Gasparri. E ho detto tutto.