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 2025  febbraio 11 Martedì calendario

I costi della crisi climatica

Nel 2022 una forte siccità nel Sud degli Stati Uniti causò un abbassamento del livello del fiume Mississippi tale da moltiplicare (+300%) il costo del trasporto su acqua della soia e degli altri cereali. L’esempio si trova nell’ultimo rapporto della Banca dei regolamenti internazionali – la cosiddetta banca centrale delle banche centrali – sugli effetti economici degli eventi atmosferici estremi, dalle siccità alle alluvioni, purtroppo sempre più frequenti per via del riscaldamento climatico. La mancanza di piogge, spiega l’analisi dell’istituto, porta a una riduzione del Pil per due anni a causa degli effetti tanto sull’agricoltura quanto sulla produzione di elettricità. Mentre l’impatto sui prezzi, per quanto consistente, può esaurirsi in un periodo più breve, anche di qualche mese. Ma le eccezioni non mancano. Da qui nasce il «dilemma» delle banche centrali: la politica monetaria deve reagire diversamente a seconda delle circostanze. Vale a dire con una stretta se prevale un impatto sui prezzi ampio e che rischia di diventare persistente, altrimenti con un allentamento se l’evento climatico ha soprattutto colpito il capitale con effetti duraturi sulla produzione e il Pil.
La situazione poi varia a seconda del peso agricolo e industriale della regione colpita. L’anno scorso le alluvioni nella zona del Rio Grande do Sul in Brasile hanno colpito una regione che rappresenta ben il 12,7% della produzione agricola e l’8,4% di quella industriale del Paese sudamericano. E a ottobre l’uragano Elena ha causato danni in un’azienda cui fa capo una quota importante del mercato del quarzo, con effetti considerevoli sulla produzione di semiconduttori nel mondo.
Altrimenti, di solito, gli eventi climatici hanno un impatto localizzato, cosa che permette ad altre regioni non colpite di compensare sul lato dell’offerta e quindi dei prezzi. Ma non sempre è così, soprattutto se il clima diventa sempre più «pazzo». Senza contare, economia a parte, i risvolti naturalmente ben più gravi sulla vita delle persone. Così ieri la banca centrale delle banche centrali ha lanciato il suo allarme. E non è l’unica: per via della crisi climatica l’economia mondiale è destinata a «una riduzione media del reddito del 19% entro il 2050» scrive uno studio, pubblicato su Nature, del Potsdam Institute for Climate impacts Research.