Corriere della Sera, 11 febbraio 2025
Intervista a Egea Haffner
a «bambina con la valigia», Egea Haffner, 83 anni, è appena rientrata dal Quirinale. In camera, in bella vista, i fiori di Mattarella.
Con il suo discorso ha fatto commuovere tutti, anche Giorgia Meloni.
«Ho visto, la premier si è sciolta. E dire che ha un bel caratterino, è una donna forte. Mi ha colpito la sua umanità e ho molto apprezzato anche gli applausi, i sorrisi e il mazzo di fiori del presidente della Repubblica».
Al Quirinale lei ha detto che quella sua foto ormai celebre, con la valigia in mano a 4 anni, sintetizza il dramma di tutti gli esuli.
«Sì, per questo provo dolore quando nel Giorno del Ricordo riaffiorano le divisioni politiche. Come dice Liliana Segre, quando noi moriremo, se non resterà la memoria, morirà tutto».
L’ha ferita lo sfregio di venerdì alla foiba di Basovizza?
«Bestialità. Ho rivissuto la storia di mio padre Kurt, prelevato a 26 anni la sera del 4 maggio 1945 dalla polizia militare di Tito solo perché ogni tanto lo chiamavano al comando tedesco per qualche traduzione. Non era fascista, non era nazista, ma finì nelle foibe. Ricordo che quando iniziò il recupero delle salme, io speravo sempre che uno di quei corpi fosse il suo. E invece ancora oggi non posso portargli un fiore sulla tomba».
Ma quella foto?
«Era il 6 luglio del 1946. La famosa valigetta con su scritto “Esule Giuliana 30.001” fu un’idea di mio zio Alfonso, orologiaio. Il fotografo era un suo amico ungherese. Pola contava 30 mila abitanti e zio aveva già capito che saremmo andati via tutti. E io sarei quell’uno. Ma a rendere celebre lo scatto fu nel 1997 Camillo Zadra, il direttore del museo di Rovereto, che vide la foto a casa mia e la scelse per la locandina di una mostra sull’esodo giuliano dalmata».
Da quella foto poi è nato un libro, «La bambina con la valigia». E ora anche un film (trasmesso ieri sera da Rai 1). Ha più rivisto la sua casa di Pola?
«Villa Rodinis... Nel 2010 ci tornai con mio marito Giovanni, che non c’è più, ma una signora slava, urlando, ci mandò via. Oggi ci hanno fatto un b&b. Il film mi è piaciuto, l’ho visto in anteprima, nella saletta Rai, piangevano tutti. Per raccontare questa storia in effetti ci vogliono tanti fazzolettini, ma per fortuna dalle nostre parti abbiamo il “morbìn”, la voglia di scherzare. Che anche dopo tante lacrime ti resta».