Il Messaggero, 9 febbraio 2025
Biografia di Laura Bassi
La versatilità femminile è nota e ammirata. Si celebra spesso, e con ragione, la capacità delle donne di muoversi bene e simultaneamente su fronti diversi. Per esempio gestire la vita familiare e di coppia, occupandosi dei figli e della casa, al tempo stesso lavorare con successo, nonché tessere relazioni, organizzare vacanze e svaghi. E molto altro. A volte, però, si commette l’errore di credere che il “multitasking” – abusato termine inglese – sia un fenomeno recente.
Le cose, naturalmente, non stanno così. Versatilità, duttilità, poliedricità hanno caratterizzato donne di tutte le epoche. Forse, ancor più nel passato che nel presente. Perché allora era più complicato “fare tutto e bene”, occuparsi della famiglia e affermarsi. Quasi sempre, si doveva rinunciare a qualcosa.
GLI OSTACOLI
Nella maggior parte dei casi, gli ostacoli erano maggiori di quelli di oggi. A riuscire erano in poche: occorreva non solo talento ma determinazione ferrea, impegno assoluto e notevole ecletticità. Un esempio illuminante è quello della fisica Laura Bassi. Una delle prime donne, in Italia e in Europa, a laurearsi. Probabilmente la prima a ottenere una cattedra universitaria. Capace di guadagnare con il proprio lavoro. E di essere moglie affettuosa e madre accudente.
Laura Maria Caterina Bassi nasce il 29 ottobre 1711 a Bologna, territorio dello Stato Pontificio. Suo padre, Giuseppe, è un avvocato e viene dal Ducato estense; sua madre si chiama Maria Rosa Cesari. Sin da piccola, dimostra capacità eccezionali soprattutto nelle materie scientifiche, per cui i genitori la fanno studiare privatamente con il professore di biologia e medicina Gaetano Tacconi. Laura impara la logica, la fisica, la metafisica, la matematica, la biologia e molto altro. Sono materie che si studiano all’università ma lei, in quanto donna, non può andarci. La sua fama comincia a diffondersi. A Bologna trova l’humus adatto; molte donne di cultura e talento sono nate lì.
Ha vent’anni e alcuni eminenti concittadini – fra cui il futuro papa Benedetto XIV Lambertini – la sottopongono a un esame, restando molto colpiti. Nel marzo 1732 diventa socia onoraria dell’Accademia di Scienze. Il 17 aprile argomenta e difende 49 tesi di filosofia per ottenere il titolo dottorale. Il 12 maggio le viene quindi conferita dall’Università di Bologna (la celebre Alma Mater Studiorum, probabilmente la più antica università del mondo) la laurea in filosofia, con una cerimonia magnifica.
LA DOCENZA
Si tratta di un evento epocale. E arriva anche la libera docenza. Dopo pochi giorni, Laura discute una tesi di fisica (o filosofia naturale, come si diceva) e il 29 ottobre riceve un’altra libera docenza, con uno stipendio di 500 lire. Può però insegnare solo in determinate occasioni. Di lì a poco tiene lezione all’Archiginnasio; al tempo stesso allestisce nella propria casa un magnifico laboratorio di fisica. Abilmente, e grazie alla fama che la circonda, riesce ad “aggirare” il divieto di insegnamento che grava sulle donne. Anzi, le viene aumentato lo stipendio e l’università le fa avere altre apparecchiature.
Nel 1738 sposa il medico Giuseppe Veratti, suo collega. La coppia avrà otto figli (ne sopravviveranno cinque), a cui Laura «provvide diligentemente, offrendo ai contemporanei un modello di perfetta dottrina e di amorevole dedizione ai doveri familiari». Nella loro abitazione si riuniscono scienziati, intellettuali, accademici, fisici, artisti, scrittori, matematici. La padrona di casa, imbevuta dello spirito illuminista nascente, anima il salotto, parla bene francese ma è anche un’ottima conversatrice in latino. Come il marito, segue le teorie newtoniane e le mette in pratica in diversi campi, fra cui la fisica elettrica. Intrattiene rapporti epistolari con Alessandro Volta, Giovanni Battista Beccaria e altri. Le scrive anche Voltaire. Insegna al biologo Lazzaro Spallanzani, che è suo cugino. Elabora dissertazioni in campi diversi, fra cui la chimica, la meccanica, la fisica, la matematica, l’idraulica. Utilizza il calcolo differenziale per studiare il moto di “sistemi a più corpi”. Nel 1745 viene ammessa all’Accademia Benedettina, che è stata fondata da papa Lambertini. Il pontefice crea per lei il venticinquesimo posto di componente, non previsto, e le fa avere un congruo emolumento. Non mancano le invidie.
L’AVANGUARDIA
Dal 1749, la Bassi comincia a tenere corsi di fisica sperimentale in casa insieme allo sposo. Le sue ricerche, le sue sperimentazioni nei campi dell’elettricità, dell’ottica, della dinamica dei fluidi, delle proprietà elettriche del vetro, dei campi magnetici ed elettrici sono importanti, all’avanguardia. Il Senato accademico le attribuisce uno stipendio di 1000 lire, alto per l’epoca. Nel 1766, la studiosa inizia a insegnare fisica sperimentale nel Collegio Montalto nelle Marche. Le viene anche offerta la cattedra di Fisica sperimentale all’Accademia delle Scienze; il marito è il suo assistente. Ma, nel febbraio 1778, Laura scompare «per un attacco di petto». Il cordoglio della città è grande. A lei sono dedicati, oltre che diversi licei, un cratere sul pianeta Venere e un asteroide. Per aspera ad astra.