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 2025  febbraio 09 Domenica calendario

Dogsitter al museo

ROMA – Centinaia di musei sparsi per l’Italia, in oltre sessanta città, hanno avviato un servizio tutto nuovo: il petsitting per gli animali dei visitatori. Dall’Egizio ai Vaticani, dal Ducale di Venezia alla piccola mostra di provincia, non esiste istituzione culturale che non si sia accorta di un fenomeno squisitamente contemporaneo. Ovvero che gli italiani considerano i propri animali domestici al pari di un membro della famiglia e per loro si dicono disposti a severe rinunce: intervistati nel 2018, quattro su dieci affermavano di sacrificare viaggi e uscite pur di non lasciarli da soli in casa. La prima a risentirne è proprio la cultura, i cui spazi quasi sacrali sono spesso preclusi ai quattrozampe, che siano al guinzaglio o all’interno di una borsa. Ed è per riavvicinare questa considerevole fetta di popolazione che i musei, ma anche i cinema, i teatri, persino l’Acquario di Genova, hanno deciso di appoggiarsi a reti già attive nel settore del dogsitting, consigliandole informalmente o stipulando delle vere e proprie convenzioni.
«Come proprietari di cani e amanti dello spettacolo, io e mia moglie abbiamo sperimentato sulla nostra pelle la difficoltà di concederci una serata a teatro. Allora ci siamo detti: ‘Perché non troviamo noi una soluzione?’». Dino Gasperini è fondatore e amministratore di BauAdvisor, realtà che oggi raccoglie 400 dogsitter. Ma quando ha iniziato, quattro anni fa, ha dovuto scrivere di suo pugno a tutti i musei d’Italia, uno per uno. «Alcuni non rispondevano, altri mi chiedevano quale fosse il nesso tra cani e cultura. Oggi – si compiace – sono loro a cercarmi». E, così, dal suo e da altri portali si può selezionare rapidamente la struttura, che sia una mostra in cui trascorrere il pomeriggio o la sala che proietta il film del momento, e scegliere allo stesso tempo anche uno tra le centinaia di professionisti disponibili.
Sarà lui ad attendere padrone e cane all’entrata e a prendersi cura dell’animale per tutta la durata del film o della visita. «Finalmente, racconta, lui e la moglie sono riusciti a tornare a teatro, e per alcuni di questi, dal Brancaccio di Roma, al Duse di Bologna o allo Stabile di Napoli, prevedono anche un abbonamento parallelo: un anno di spettacoli e di dogsitter. «Sempre lo stesso, così da creare un rapporto di fiducia», spiega ancora Gasperini.
I musei, monumenti e le aree archeologiche convenzionati hanno invece toccato quota 296 in 54 città italiane. Soltanto nei Musei civici veneziani, lo scorso anno il servizio è stato scelto da 848 persone, metà delle quali in visita a Palazzo Ducale: «Un successo. Mostra quanto sia importante rendere i musei più inclusivi e accoglienti», commenta Mattia Agnetti, segretario organizzativo della Fondazione. A registrare il record di richieste, però, è stata Mantova con il suo Palazzo Te, mentresu Firenze, dove è attiva anche l’azienda TripForDog, «i più gettonati sono gli Uffizi – fa sapere la responsabile dell’ufficio booking, Francesca Di Mambro –. D’altronde la visita è lunga: almeno tre ore». Se con BauAdvisor la tariffa è di d ieci euro all’ora, qui «sono i dogsitter a fare i prezzi», spiega Mambro. Sono, invece, le fondatrici di Le cat e dog sitter, Veronica Innominati e Lorella Spano, a proporre preventivi ai clienti in base alla durata media della visita. All’Acquario di Genova bastano un paio d’ore e trenta euro, «ma le famiglie con bambini si trattengono anche più a lungo – racconta Sara Maria Rossi, 51 anni, petsitter da due –. Nel frattempo porto il cane a fare una passeggiata o scelgo posti riparati quando piove. Se capitano animali più ansiosi, che soffrono tanto il distacco, preferisco rimanere in zona». Per tranquillizzare i clienti, invece, gli aggiornamenti sono continui e le fotografie più che frequenti. In questi due anni, racconta Sara Maria, fuori dall’Acquario ha accudito una quarantina di cani, principalmente di vacanzieri in arrivo da altre parti d’Italia. Ma a volte ne fanno richiesta anche clienti stranieri, a Roma soprattutto. E nel giro diuna settimana, Sara Conciatore, 46 anni, ha tenuto i cani di una coppia israeliana in visita ai Musei Vaticani e di un’altra inglese arrivata nella capitale per il concerto di Taylor Swift. Ma il servizio, attivo in otto regioni, è richiesto principalmente al Museo Egizio di Torino e al Teatro alla Scala di Milano. «Sono loro a dare il nostro contatto ai clienti, altre volte lo fanno gli alberghi», riferisce Innominati. «È una grande soddisfazione – aggiunge Gasperini –: miglioriamo il benessere degli animali e riportiamo dopo anni il pubblico nelle sale, nei musei e a teatro». E la cultura ringrazia.