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 2025  febbraio 08 Sabato calendario

È tutto un Bed & Breakfast

Suona eufemistica e troppo benevola la definizione di “ricettività diffusa” per i Bed & Breakfast, triplicati nell’ultimo decennio, causa di un ulteriore aumento degli affitti e della difficoltà a trovare alloggio in città da parte di nuclei familiari, studenti fuori sede e precari in genere. E intanto il calo delle abitazioni, insieme alla progressiva sparizione dei negozi tradizionali, contribuisce a ridurre i centri storici a poli di svago dove si va solo a mangiare e bere, sorta di non-luoghi alla stregua dei centri commerciali. Ma il proliferare dei B&B va ad alterare anche la forma stessa dell’abitare, il rapporto fra spazio e persone, o almeno è ciò che ho ricavato dalla mia esperienza diretta.
Ho prenotato online, pur con qualche dubbio sull’appartamento ampio e luminoso illustrato nelle foto. Sono partito con un corredo di istruzioni a tempo, per cui solo poco prima dell’orario stabilito avrò tramite e-mail quelle necessarie per l’accesso. Non sempre arrivano a tempo debito, ma oggi sì, e trovo facilmente l’indirizzo giusto. Riconosco già in distanza l’edificio perché a fianco del portone c’è una fila di scatolette che hanno l’aspetto di minuscole casette per gli uccelli. Sono lucchetti a combinazione numerica, e individuato il mio compongo quella che mi è stata trasmessa.
Operazione semplicissima alla luce del giorno, molto meno di sera quando devo cavarmi gli occhi per far scorrere i numerini illuminandoli col telefono. Poi ecco, si apre e pare miracoloso così dal nulla trovarsi in mano le chiavi. Scale o ascensore, spesso in un condominio con tanti piani e infinite porte. Anche per quella c’è un numero. Entro e alla prima occhiata riconosco il clima: due sedie intorno al tavolino minuscolo, il bagno cieco, il letto doppio invadente e sulla parete di fronte il mega schermo tivù, per una specie di camera cinematografica. Scosto la tenda e in un angolo vedo scopa, secchio e straccio per il pavimento. La finestra si affaccia su un cavedio dove scaricano i climatizzatori.
Occorre la luce artificiale anche di giorno. Alla seconda occhiata focalizzo la prospettiva ingannevole delle foto. Può andare molto meglio di così, non me ne vogliano tanti bravi gestori che offrono alloggi curati e confortevoli. Ma ho trovato anche di peggio, specie quando sono finito per caso nelle zona delle mete turistiche più ambite. Più di una volta ho aperto la porta su un garage attrezzato, e ho trovato dei B&B, specie quelli di ultima generazione, ricavati da spazi di fortuna. L’angolo cottura contempla a sua volta poche varianti: fornello a induzione, bollitore e tostapane, ferro da stiro dotato di minuscolo asse da tavolo. Cambiano solo marca e qualità. Un numero limitato di posate e stoviglie per scoraggiare l’arrivo di ospiti aggiuntivi. Se riscontro un problema, magari per il funzionamento di un dispositivo, mi devo arrangiare come un naufrago sull’isola, perché tutto è costruito in modo da escludere il contatto diretto. Il gestore rimane un’entità astratta, privo di volto e di voce, raggiungibile solo con la mail o al più un messaggio di WhatsApp.
L’ambiente resta impersonale e inanimato per tutto il tempo che vi trascorro, che sia una notte o una settimana. Maldisposto e refrattario rispetto alle mie propensioni abituali. Luogo senz’anima, in cui anche sedersi per prendere un appunto sembra atto non conforme all’ordine stabilito. E anche l’ultimo sguardo che gli rivolgo prima di andarmene mi dà la sensazione di esserci passato come l’uomo invisibile, senza aver lasciato la minima traccia e senza neanche un’immagine da portare via con me. Posso ripetermi che ha svolto la sua funzione e il resto non è importante, ma sento che qualcosa manca, che così non va bene.
Può sembrare a questo punto scontata l’elegia di tutt’altre modalità, e quella che conosco meglio è l’accoglienza di hotel e pensioni della riviera romagnola, in cui il gestore era un vero ospite, l’ospitato trattato con cura e familiarità in un rapporto che si rinnovava da un’estate all’altra, per quella che veniva chiamata villeggiatura. Il che come prassi diffusa risale non a secoli ma a pochi decenni fa, e in qualche misura ancora resiste. Ma ogni sottrazione di umanità si paga.
L’anonimato impoverisce. La mancanza di contatto coi propri simili disorienta. Per questo mentre cercavo un oggetto finito sotto il divano di un B&B ho provato un’emozione inaspettata nel trovarmi in mano un’automobilina blu, di quelle a frizione. Un po’ ammaccata ma ancora funzionante. Con piacere infantile l’ho fatta correre per un po’ sul pavimento, e da allora la conservo gelosamente in un cassetto.