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 2025  febbraio 08 Sabato calendario

Reportage dal paese dei Rovagnati

Casa e bottega, questi Rovagnati di Biassono. Fuor di metafora. «Abitano tutti lì». Lì dove, che si vede solo l’azienda. «Accanto, cioè dietro, guardi là, dopo la fontana...», indica l’impiegato. È uno dei 1.200 addetti di Rovagnati Spa nel mondo. Gli occhi lucidi. «Sono persone alla mano, riservate, semplici. Vada a vedere la casa e si renderà conto». In effetti. Trovarne di imprenditori da 335 milioni di fatturato che abitano proprio accanto allo stabilimento. E trovarne di ultra-milionari che non stanno in una villa da bauscia brianzoli ma in una casa normalissima, tre piani, mattoni rossi anni ’80, i garage, i vecchi lampioni e, di fronte, le fondamenta del cantiere della nuova casa che doveva essere quella di Lorenzo morto intrappolato nel suo elicottero nella nebbia di Noceto. «Chieda al civico 1, dopo piazza Paolo Rovagnati».Nella sobria normalità della famiglia dell’impero dei salumi se citofoni a casa ti rimandano alla portineria dell’azienda che è venti passi più avanti. La sede principale del colosso, qui a Biassono, 12 mila abitanti nella Valle del Lambro. Tre giorni di lutto cittadino. I Tir vanno e vengono. Piumini verdi con la scritta iconica che richiama gli anni d’oro di Mike Bongiorno. Lorenzo, «uomo pratico, avrebbe voluto così; lavoro è lavoro», dice Massimiliano Invernizzi. Tra qualche settimana Massimiliano andrà in pensione dopo venticinque anni di servizio. «Feci il colloquio di assunzione nel 2000 con Paolo Rovagnati», Mister Prosciutto, l’uomo che ha avuto l’intuizione del “Gran Biscotto”. «Qui a Biassono i Rovagnati danno da mangiare a tutti dal 1941, per la Brianza hanno fatto più loro che Berlusconi». Quando muore un benefattore – Lorenzo Rovagnati lo dipingono così – il paese dove è nato e cresciuto si trasforma in una specie di lavagna di parole al miele. Dopodiché per capire il mondo Rovagnati bisogna rassegnarsi al fatto che Biassono è Rovagnati-city. Ogni cento metri campeggia il cognome, Rovagnati, Rovagnati outlet, Rovagnati Officina del Gusto, Rovagnati e basta. Lorenzo era nipote del fondatore Angelo Ferruccio, e il fratello Ferruccio sarà colui che adesso, insieme alla madre-presidente Claudia Limonta, prenderà in mano le redini. «Faranno un comunicato, non è gente che ama apparire», fanno sapere i comunicatori di Rovagnati. Sembra un dettaglio di prassi. In realtà davvero dev’essere la cifra di questa famiglia che – se per un attimo ci si dimentica dei viaggi in elicottero e del castello un po’ stregato di Castelguelfo di Noceto già appartenuto all’imprenditore Giacomo Bonati che si schianta in Ferrari contro un platano nell’anno in cui scoppia Tangentopoli – esce dai protocolli patinati e chiacchierati delle italiche dinastie.«Lorenzo era appassionato di aviazione. Maiali, conti e volo. Se pensi ai rampolli delle grandi famiglie dell’industria italiana, ecco, lui era uno che non ne sentivi mai parlare»: ancora Massimiliano. Donato Cesana, vicesindaco di Biassono, di Lorenzo era amico. «Giovane, umile, coraggioso, buono, di una semplicità rara». Nelle ultime ore la fabbrica degli hater ha vomitato il solito odio becero condito di macabra ironia social. “È morto di benessere, il karma arriva sempre”; “bel salamino ha fatto”; “morto nel parco del castello di famiglia”.Per trovare qualche traccia di opulenza occorre andare indietro al matrimonio con Federica Sironi che è in attesa del terzo figlio. Il sindaco Luciano Casiraghi: «Siamo tristi, Lorenzo era una persona speciale e ha fatto tanto per il territorio e per la nostra comunità». Un po’ lontano dalla spianata di asfalto con la pesa per i camion che portano le carni e dal fazzoletto di prato all’inglese con la fontana sormontata da un’aquila gigante; un po’ lontano dalle sette scritte color oro (“famiglia”, “generosità”, “semplicità”, “sacrificio”, “coraggio”, “saggezza”, “fede in Dio) volute da Paolo Rovagnati, il mago del “Parma Cotto” e del “gran Biscotto”, padre di Lorenzo; a una manciata di chilometri da qui c’è l’altro lato dei re degli insaccati. PizzAut a Monza e Cassina de Pecchi è la pizzeria gestita da ragazzi autistici. Ad aprile 2023 a sorpresa venne in visita Mattarella. C’era, senza flash e clamori, anche Lorenzo Rovagnati. L’azienda collabora con PizzAut: merce, aiuti, sponde, iniziative; due mesi fa Lorenzo aveva fatto arrivare alla pizzeria un truckfood per renderla itinerante. Ieri a PizzAut i ragazzi hanno osservato un minuto di silenzio. «A Lorenzo e alla sua famiglia vanno le nostre preghiere». Il «modello di business aperto alla solidarietà sociale», dunque. Il presidente della Provincia Monza e Brianza Luca Santambrogio ricorda il ruolo e la passione di Claudia Limonta, madre di Lorenzo.Ieri per la donna e l’altro figlio Ferruccio è stata una giornata frenetica. Perché sulle cause dell’incidente di Noceto adesso devono fare luce le indagini. Il decollo, lo schianto, la nebbia, «non si vedeva a dieci metri» ripetono alcuni testimoni. Il superconsulente della procura di Parma, Stefano Benassi, ha effettuato un primo sopralluogo nell’area del castello di Castelguelfo dove l’elicottero è precipitato in verticale. Si sta recuperando il carburante e i carabinieri stanno analizzando i cellulari dei piloti (Flavio Massa e Leonardo Italiani) e di Rovagnati per ricostruire eventuali messaggi e chiamate effettuate prima del decollo. Una nube di misteri.