Corriere della Sera, 8 febbraio 2025
L’unica ragazza iscritta all’istituto di meccanica
«L’altro giorno sono andata in un negozio a comprare il grasso per la catena della moto. Ero in compagnia di mio cugino. Chiedo l’articolo al commesso e lui, invece, di rispondere a me, si rivolge a lui. La stessa cosa quando vado nei negozi di ricambi per le moto con il mio ragazzo. Proprio non riescono a immaginare una ragazza che s’intende di meccanica. Solo a pensarci, mi innervosisco». Chiara Tondini, 18 anni appena compiuti, su tante cose ha le idee chiare. Sui motori («Un domani voglio disegnarli») e sul talento al femminile nella meccanica («Vado agli open day alle scuole medie per incoraggiare altre studentesse a fare la mia stessa scelta»). Già, perché al momento lei è sola: l’unica studentessa del corso Manutenzione e Assistenza tecnica all’istituto Bertarelli-Ferraris. Una ragazza e trecento maschi, ben oltre la metà di origine straniera. L’istituto professionale dura cinque anni e forma addetti che spesso vanno a lavorare negli alberghi, dove ogni giorno c’è bisogno di qualche piccola opera di manutenzione, oppure in aziende dove si pratica la saldatura, nelle officine, etc.
Quando Chiara ha chiesto di iscriversi, il dirigente scolastico, Federico Militante, è rimasto sorpreso. Una biondina minuta, con le unghie curatissime, che vuole fare il manutentore? «Le ho spiegato a cosa andava incontro, ma ha mostrato determinazione e forte motivazione. E oggi la sua presenza è per noi un motivo di grande orgoglio. È un segnale del fatto che, nelle nuove generazioni, l’autorealizzazione non è più condizionata dagli stereotipi di genere e che anche il pubblico femminile si sta avvicinando agli studi Stem con più libertà e consapevolezza» sottolinea.
Originaria di Siziano, nel Pavese, Chiara tre anni fa si è trasferita a Milano con la sorella maggiore Giada, studentessa di Relazioni Internazionali. Dopo le medie, Chiara si iscrive all’itis Schiaparelli-Gramsci, indirizzo Amministrazione Finanza e Marketing. «Ma in seconda ho deciso di cambiare. Avevo preso la patente per la motocicletta e avevo voglia di approfondire gli studi di meccanica. Mio zio ha un’officina e io passo i sabati sera ai raduni di moto e auto» racconta. Un giorno, sua sorella decide di fare l’Erasmus e le mostra l’annuncio di un’agenzia. Per coincidenza, la stessa collabora anche con il Bertarelli-Ferraris.
«Ho visto l’indirizzo di Manutenzione e ho detto ai miei genitori che avrei fatto quello. Hanno accettato senza problemi, sanno che sono testarda». Ma anche tenace e studiosa: ha la media dell’8. E i suoi compagni di scuola l’hanno eletta rappresentante nel consiglio d’istituto. «Lì sì che con me ci sono altre studentesse: provengono dagli altri indirizzi».
Per quanto convinta della scelta, all’inizio ritrovarsi senza neppure una compagna di classe l’ha spiazzata. «Mi dicevo: le amiche ce le ho già fuori da scuola, ma in realtà un pochino traumatizzante lo è stato, dato che i miei compagni giocavano a fare i maschi “possenti”. Ora li ho fatti diventare tutti un po’ più femminili, non si stupiscono più se chiedo se il mascara è a posto e poi sono diventata la fornitrice di appunti per tutta la classe. E anche la consigliera amorosa, per problemi di coppia» racconta.
La sua classe è multietnica: «Ho compagni originari di Ecuador, Cina, Perù, Marocco, Egitto, tutti nati qui…». Le sue materie preferite? «I laboratori di elettronica, installazione e manutenzione. Adoro quando al tornio dobbiamo creare un pezzo su misura perfetto, che se sbagli di un decimo di millimetro non funziona». In futuro? «Vorrei lavorare nella meccatronica». Nel frattempo, lavora già part time nell’enoteca delle sue zie, nelle vicinanze di via Solari. «Ma lì niente manutenzione, le aiuto in segreteria». Al lavoro e a scuola ovviamente ci va in moto. «Vado e vengo tra la nostra casa e quella dei miei genitori a Siziano. A Milano mi fa compagnia il mio riccio africano, Gina».
E i progetti da rappresentante di istituto? Lo ribadisce: «Attirare nuove ragazze nel mio stesso indirizzo. Contano il talento e il valore della persona, non il genere».