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La palazzina che ruota
Ruotare un palazzo mentre le persone stanno lavorando al suo interno? È possibile, e lo testimonia il palazzo della Indiana Bell a Indianapolis (capitale dell’Indiana, USA), che tra il 12 ottobre e il 14 novembre 1930 venne ruotato su se stesso di 90°. Non parliamo di un edificio di poco conto: era alto 8 piani e pesava circa 11.000 tonnellate.
Ma giustamente vi starete domandando… perché mai ruotarlo? La curiosa scelta fu della società Indiana Bell Telephone Company, che dopo aver acquistato nel 1929 l’edificio della Central Union Telephone Company si trovò di fronte a un problema: il palazzo non aveva abbastanza uffici. Ma non si poteva demolire tutto e realizzare un altro palazzo da zero, perché così facendo si sarebbe interrotto il servizio telefonico di un’intero Stato. Così si decise di ruotare il palazzo appena acquistato per creare più spazio e accessibilità, permettendo anche di costruire il nuovo quartier generale in stile Art Decò proprio lì accanto.
Per ruotare l’edificio gli ingegneri si servirono di una tecnica davvero innovativa: il vano dell’ascensore venne modificato per evitare che la cabina finisse nel seminterrato, l’edificio venne sollevato grazie a degli ascensori idraulici (macchine a vapore), le colonne vennero sollevate dalle basi in ghisa alle fondamenta e poste su supporti temporanei in acciaio. A questo punto vennero posti e attivati 18 martinetti (dispositivi meccanici o idraulici usati per sollevare, spostare o sostenere strutture pesanti, applicando una forza controllata su pareti o fondazioni) azionati manualmente con l’obiettivo di spostare i supporti lungo dei rulli (tronchi di pino) di 0,95 cm alla volta, muovendo il palazzo di 38 cm all’ora. Una volta che l’edificio fosse rotolato abbastanza in avanti, l’ultimo tronco sarebbe stato spostato in testa fino ad aver completato la rotazione di 90°.
Le colonne vennero spostate dagli operai alla stessa velocità, seguendo in maniera certosina gli ordini del caposquadra che con l’aiuto di un fischietto segnalava quando bisognava tirare le leve. Durante questa serie di delicatissimi passaggi, un team di ingegneri doveva tenere sott’occhio l’allineamento dell’edificio con un filo a piombo: se uno dei rulli iniziava a spostarsi dalla posizione andava colpito con una mazza. Infine, gli operai sollevarono per alcuni istanti l’edificio per regolare perfettamente i rulli.
Come potrete immaginare, il procedimento fu lento e complesso. Ci volle un mese e una gran dose di precisione nel completare quella delicata rotazione. Del resto, ogni minimo errore avrebbe potuto compromettere irrimediabilmente la struttura, con il rischio di dover abbandonare il progetto e demolire tutto.
Durante tutto questo procedimento le utenze di gas, calore, elettricità, acqua e fognature non vennero mai interrotte, e non si riscontrarono danni ai condotti di nessun piano dell’edificio. Ma la cosa più straordinaria fu sicuramente il fatto che i 600 dipendenti dell’azienda entrarono e uscirono dal palazzo grazie a un ponte mobile che collegava il marciapiede all’entrata. Secondo alcune testimonianze, non si percepì neanche un movimento all’interno, dettaglio che conferma una volta di più la straordinaria abilità del team che rese possibile il fatto.
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