Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  febbraio 07 Venerdì calendario

Modenatiquaria non attira stranieri

«Modenantiquaria è quasi un museo, con la differenza che le opere d’arte si possono acquistare e portare a casa». Marco Momoli, 62 anni, veronese, è l’ad di Modena Fiere.È una mostra mercato?«Qualunque fiera che tratti d’arte ha due lati. Il contenuto composto da quadri, mobili, gioielli, arazzi, che si possono ammirare senza essere obbligati a comprare. La differenza è che dai musei non si può portare a casa nulla, mentre dalla fiera sì. Così si passa dalla contemplazione all’azione. Gli investimenti certo sono abbastanza importanti».La fiera dura nove giorni, un tempo utile per attrarre più visitatori?«Si tratta della manifestazione annuale italiana più importante di alto antiquariato. Una settimana abbondante attiva quel passaparola per cui i visitatori aumentano. Gli appassionati spesso inoltre fanno un giro e poi ritornano per trattare. Ci sono opere importanti, per cui bisogna rifletterci».Quante gallerie e quanti visitatori vengono in media?«Un centinaio di gallerie e circa 30 mila visitatori».Che tipi umani sono?«Appassionati, collezionisti, amanti del bello e delle esposizioni, grazie a cui siamo arrivati a 38 edizioni ininterrotte. L’antiquariato copre vari settori e a seconda dei momenti storici ci sono delle preferenze. Il mobile antico per esempio va di meno, anche se viene scelto dai più raffinati per contaminare l’arredamento moderno. Si cercano dunque dei pezzi particolari. Molte fiere per questo fanno convivere antico e moderno, come Tefaf di Maastricht o Frieze di Londra. Le fiere sono specchi della realtà».Vengono molti stranieri?«No perché l’Italia ha una normativa rigida sull’esportazione di opere di oltre 70 anni. Esiste il rischio di prelazione della soprintendenza».Quanto costano gli oggetti?«Dipende dalle categorie. Si parte da qualche migliaio di euro senza limiti all’insù, penso per esempio ai Canaletto».Modenantiquaria è nota per l’allestimento suggestivo, come nasce?«È uno dei tratti distintivi, che tra buio e luce aiuta a valorizzare le opere. L’illuminazione viene studiata apposta e non può essere naturale. L’antiquariato ha bisogno di luci artificiali. Su questo non ci sono grandi novità, perché la formula funziona. È un classico».Perché Modena resta strategica per questa fiera?«La città ha una tradizione di gusto e di cultura sia per la storia estense sia per l’architettura, i mobili e le gallerie. E ha la dimensione giusta per una fiera di 10 mila mq lordi».Quali altre fiere ospita?«Play sul gioco da tavolo a inizio aprile è stata spostata alla Fiera di Bologna, che possiede quella di Modena, ha un azionariato composito ed è quotata. A Modena ci sono a novembre la mostra ornitologica Sor, la più grande d’Europa. Ad aprile la Fiera campionaria di artigianato. A marzo iMeat per macellerie e salumifici. E a fine marzo MotòExhibition».