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 2025  febbraio 05 Mercoledì calendario

Simone Cristicchi pronto per Sanremo

«Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito / ti dirò di mio padre, ovvero tuo marito». Il verso fa parte del testo di Quando tornerai bambina, la canzone che Simone Cristicchi presenterà in gara al Festival di Sanremo 2025, a sei anni dalla sua ultima partecipazione (nel 2019 con Abbi cura di te) e a diciotto dalla vittoria con Ti regalerò una rosa. Anche i più duri faranno fatica a trattenere la commozione, ascoltandola. Perché la donna che torna bambina è la madre del 47enne cantautore romano, Luciana, colpita nel 2018 da una forte emorragia cerebrale che le ha lasciato gravi complicazioni. «È una canzone rimasta nel cassetto per molto tempo», spiega lui, che il 14 febbraio (ri)pubblicherà l’album dello scorso anno Dalle tenebre alla luce (con l’aggiunta del brano sanremese) e in primavera tornerà nei teatri con lo spettacolo Franciscus (dedicato a Francesco d’Assisi, scritto insieme alla giornalista e scrittrice Simona Orlando). Per caso aveva provato a farla ascoltare anche ad Amadeus, prima di Carlo Conti? «Sì. Ma le sue scelte non l’avevano inclusa nell’elenco delle canzoni in gara al Festival. In generale, erano mancati cantautori come me, Lucio Corsi, Brunori, Willie Peyote. Felice che Carlo ci abbia riportati all’Ariston. Io, comunque, credo nel karma delle canzoni: Quando tornerai bambina doveva aspettare questo tempo». Che tempo? «Di grande compressione emotiva. Le persone oggi faticano a manifestare la loro emotività. Io invece con questo brano, scritto insieme ad Amara (vero nome Erika Mineo, sua compagna, già autrice di Che sia benedetta per Fiorella Mannoia, ndr) voglio sciogliere i cuori. È una canzone che parla di vita vera. E affronta un tema universale: quando i nostri genitori invecchiano diventano bambini e noi, figli e nipoti, dobbiamo prenderci cura di loro. Molti potranno riconoscersi nei versi». Oggi sua mamma come sta? «È stata colpita al cento per cento dal malore. È disabile. L’unica cosa che è rimasta sana è la sua lucidità, ma purtroppo il corpo non risponde più. Avrebbe tutto il sacrosanto diritto di maledire la vita per quello che le è successo, invece riesce ad essere un esempio incredibile di positività. È stata la prima ad ascoltare la canzone. Si è commossa e ha fatto piangere anche me. Sul palco mi sentirò nudo. E nella serata delle cover canterò insieme alla stessa Amara il capolavoro di Franco Battiato, La cura». L’intelligenza artificiale di ChatGpt ha previsto, sulla base dei punteggi altissimi ottenuti da parte della critica, che vincerà lei: come se la vive? «Mi spaventa: l’anno scorso indovinò la vittoria di Angelina Mango». Che segnale sarebbe la sua, di vittoria? «Il segnale di una rivoluzione. Si ripeterebbe quella magia che si compì quando nel 2011 Roberto Vecchioni vinse con Chiamami ancora amore o quando nel 2007 io trionfai con Ti regalerò una rosa. In quella scatola magica che è Sanremo possono succedere miracoli». Sa che poi dovrebbe partecipare all’Eurovision Song Contest? «Sì. Ma non so se ci andrei (ride)». I suoi figli Tommaso (17 anni) e Stella (13) per chi faranno il tifo? «Per il papà. E per nonna Luciana. Ma a Tommaso ho promesso che farò per lui un video insieme a Tony Effe, di cui è fan. Ho ascoltato il suo disco: c’è del disagio che chiede di essere ascoltato. Bisogna essere inclusivi».