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 2025  febbraio 05 Mercoledì calendario

Vannacci elogia Elon Musk

Sabato non sarà a Madrid con gli altri Patrioti perché vuole tornare a Viareggio dalle sue figlie, ma per il generale Roberto Vannacci, eletto a giugno all’Europarlamento come indipendente nelle liste della Lega, l’idea che Elon Musk abbia sposato il “Mega” ("Make Europe great again") del premier ungherese Viktor Orbán è più che una buona notizia. «Quell’uomo è un genio paragonabile a Leonardo da Vinci – dice -. Viene dal nulla e ha realizzato eccellenze in qualsiasi campo, dalla comunicazione con X alla tecnologia con Tesla, fino a Space X».
Onorevole Vannacci, dopo lo slogan i Patrioti e Musk collaboreranno per dar vita a un soggetto politico transnazionale comune?
«I Patrioti sono sempre stati pro-Trump e hanno sempre espresso opinioni assolutamente equiparabili a quelle di Musk. Io non so se in futuro ci sarà un’organizzazione transazionale che in qualche modo coordini chiunque si riconosce nel “Mega”. Però sinceramente me lo auguro, perché no?».
La destra europea è divisa fra i Patrioti e i Conservatori di Ecr, il partito di Fratelli d’Italia. Flirtare con Musk è anche un modo per rispondere al rapporto privilegiato fra la premier italiana Giorgia Meloni e Donald Trump? È quasi una rivincita per voi, i soli trumpisti duri e puri prima del voto Usa…
«Non credo che ci siano rivincite nei confronti di altri. Io penso che la nostra sia una scelta coerente con quelle che sono state le posizioni dei Patrioti da sempre».
Ammetterà però che fa sorridere che voi, i più fieri avversari delle auto elettriche, adesso andiate a braccetto con il fondatore di Tesla…
«Ma Musk ha fatto le auto elettriche quando nel mondo, truffato dall’ideologia green, tutti hanno cominciato a investire nelle auto elettriche. Lui ha colto l’opportunità ed è diventato miliardario. Non è che abbia sposato l’ideologia “green”, l’ha semplicemente sfruttata. Nel mio piccolo l’avevo fatto anch’io, investendo qualche risparmio nei fondi verdi due o tre anni fa».
Non c’è il rischio di un gigantesco conflitto di interessi fra il Musk imprenditore e il Musk politico? In Italia si parla di un contratto miliardario con la sua Starlink...
«Musk si è rivolto agli europei per vendere loro Starlink e la Tesla, ma lui è comunque un cittadino americano, quindi non ho capito quale conflitto di interesse ci sarebbe».
Lei prima auspicava un movimento legato a Musk anche in Europa…
«Io non credo che Musk voglia fondare un partito, ma piuttosto che voglia supportare un’idea. Se poi dietro questa idea ci sono anche degli interessi personali, questa è la storia delle relazioni internazionali, è sempre stato così».
Da europeo non la preoccupano i dazi di Trump?
«Non particolarmente, perché Trump i dazi all’Europa li aveva imposti anche nel precedente mandato. Eppure non mi sembra che ci siamo strappati i capelli. Le relazioni internazionali sono fatte di rapporti di reciprocità. E quindi evidentemente se ci saranno i dazi ci sarà una risposta solidale, forte e coesa dei Paesi europei».
Spera in una risposta forte della Commissione europea?
«Non ho parlato della risposta dei singoli Stati o della Commissione. Se l’amministrazione Usa imporrà i dazi a tutta l’Europa, immagino che tutti i Paesi europei risponderanno. Se invece imporrà i dazi a tutti, meno uno, immagino che quell’uno non risponderà».
Lei interviene spesso sul conflitto in Ucraina. Crede che l’arrivo di Trump alla Casa Bianca favorirà una svolta?
«Certo, sto per postare un video nel quale Trump dice che chiederà il risarcimento di tutti i miliardi in armi che sono stati donati all’Ucraina. Zelensky finalmente si renderà conto che in una guerra le risorse non sono mai infinite, anche se qualcuno negli ultimi tre anni glielo ha fatto credere».
Torniamo all’Italia. Avvicinarsi a Musk non rischia di spaccare ancora di più la Lega, il partito che la “ospita”?
«Io non mi sento ospite di nessuno. Io sono stato eletto con la Lega e sono in Europa con la Lega. Se qualcuno ha il prurito, invece, se lo farà passare. Mi sembra che il corso della Lega sia già stato delineato e non da me, ma dal segretario federale, che a Pontida ha dato un chiaro segnale nella direzione del sovranismo».
È di ritorno da un piccolo tour in Veneto: è andato a punzecchiare Luca Zaia e a lanciare la sua lista per le regionali?
«Io ho detto che in Veneto ci sarò, come sarò in Toscana, in Campania e da tutte le parti. Evidentemente queste parole a qualcuno, memore dei voti che ho preso proprio in Veneto, hanno fatto tremare la sedia sotto il sedere. Quanto alla strategia migliore per ottenere il massimo risultato mi confronterò con Matteo Salvini».
È vero che la settimana prossima debutterà a Sanremo?
«Mi hanno invitato al Festival e ci andrò perché una volta nella vita bisogna andarci. Ovviamente in platea, non sul palco. Ho convinto anche mia moglie che mi accompagnerà».