Corriere della Sera, 5 febbraio 2025
Il senso degli italiani per il topper (ovvero: all’Istat guardano troppa televisione)
Non credevo ai miei occhi e alle mie orecchie quando il telegiornale ha annunciato che nel paniere Istat del 2025 sono entrati il topper per il materasso, i pantaloni corti da donna, lo speck da banco, la camera d’aria per bicicletta, le spazzole tergicristalli e il cono gelato. All’Istat guardano troppa televisione!
Com’è noto, il paniere, introdotto nel 1928, a un biennio dall’istituzione dell’Istat, è lo strumento che l’Istituto usa per rilevare i prezzi di beni e servizi e per misurare l’inflazione. Cioè una cosa seria: il paniere suddivide beni e servizi, classificandoli per categorie, al suo interno si trovano i prodotti e i servizi più acquistati dalle famiglie italiane.
Ma veniamo al topper. Fino a poco tempo fa non conoscevamo nemmeno il nome, non sapevamo cosa fosse. Poi quel furbone di Bruno Barbieri, un cuoco che ha smesso di fare il cuoco per dedicarsi alla promozione indiretta di alberghi attraverso una fortunata trasmissione di Sky, «Bruno Barbieri – 4 Hotel», uno spin-off di «Alessandro Borghese – 4 ristoranti», ha cominciato a parlare di topper.
Ecco la trovata: in tutte le strutture ospitanti, Barbieri controlla il materasso e constata la presenza o meno del topper, a lui molto gradito, la qualità dei cuscini, la grandezza e la pulizia del bagno, la ricchezza del frigo bar.
Poi qualcuno scopre che quell’insistenza sul topper è anche dovuta al fatto che Barbieri firma una linea di topper, come recita una pubblicità: «Il Topper Bruno Barbieri, selezionato dal massimo esperto in materia di buon riposo, è studiato per garantirti il comfort dei migliori hotel di lusso, direttamente a casa tua».
Ma cos’è ’sto topper? Si tratta di un materassino imbottito (di gommapiuma o di piuma d’oca) molto sottile, il cui spessore varia tra i 3 e i 10 cm, che va posizionato sul materasso per rendere il letto più accogliente, specie quando uno sbaglia a comprare il pagliericcio e lo sente troppo duro.
Ora qui si configura un caso molto curioso: o l’Istat ha cooptato nel suo comitato di esperti il noto cuoco topperista o gli italiani sono fatalmente impazziti (topper, Roccaraso, Capodanno cinese...).