Corriere della Sera, 5 febbraio 2025
Il team di giovani smanettoni che aiuta Musk a picconare la burocrazia
Pare che il cuore pulsante del Doge, il dipartimento dell’Efficienza di Elon Musk che sta rivoluzionando la pubblica amministrazione Usa ignorando leggi e regolamenti approvati fin qui, che blocca agenzie come UsAid, e che sta disattivando centinaia di sistemi informatici di tutti i ministeri, con accesso anche ai dati classificati più segreti, sia formato da un gruppetto di giovanissimi cosiddetti ingegneri, con un’età variabile dai 19 ai 24 anni.
Alcune inchieste, in particolare quella della rivista tecnologica Wired, ne hanno identificati sei: da Akash Bobba (laureato all’Università di Berkeley, poi stagista a Meta-Facebook e nella Palantir di Peter Thiel, altro tech tycoon trumpiano) a Ed Coristine, (fresco di maturità liceale, neo iscritto alla Northeastern University dopo uno stage estivo a Neuralink, una delle società di Musk).
Questi giovani sicuramente dotati che, insieme ad alcuni dipendenti delle sue imprese dirottati in uffici governativi dal miliardario di Tesla e SpaceX, che ha affidato loro centri nevralgici come l’Opm (gestisce tutto il personale amministrativo) e la Gsa (General service administration), stanno arrivando ovunque nella macchina dello Stato.
Sono arrivati fino ai sistemi di pagamento del Tesoro. E sappiamo che nel privato Musk applica un criterio manageriale semplice: chiudere i rubinetti della spesa come modo più efficace per imporre un cambiamento. Ora ci prova anche nel pubblico.
Si discute molto sull’inesperienza di questi ragazzi. Si discute ancora di più della legalità di quello che stanno facendo. Non aiuta il fatto che non esistono informazioni pubbliche sul Doge e sulle persone che ci lavorano. Inizialmente doveva essere un organismo consultivo esterno, visto che è gestito da Musk che non può essere un dipendente statale (è rimasto capo delle sue imprese). Ma nel caos di questo inizio del Trump 2, la Casa Bianca ha qualificato il Doge come parte del governo, mentre a Musk viene attribuita una figura giuridica di dipendente pubblico temporaneo.
Quanto ai (presunti) ingegneri, il loro metodo di lavoro può essere dedotto dal modo nel quale Elon Musk li ha reclutati nel suo bando («cerco rivoluzionari con quoziente di intelligenza straordinariamente elevato, disposti a lavorare per più di 80 ore a settimana guadagnando poco». E, più di recente: «Abbiamo una possibilità storica di rifare lo Stato: ora o mai più»).
Così stando le cose, più che la competenza o il modo di ragionare dei singoli (qualcuno già parla di comportamenti ultra focalizzati ma con poche considerazioni del contesto attribuibili a neurodiversità o forme di autismo che riducono empatia e formazione di sensi di colpa), bisogna chiedersi quali limiti troverà l’azione di Musk e dei suoi «crociati». Trump dice che li fermerà se esagereranno. Ma aggiunge che per ora stanno facendo bene e, soprattutto, appena arrivato alla Casa Bianca ha nominato capo della Procura della capitale, Washington, un suo fedelissimo, Ed Martin. Il quale ha già emesso una curiosa minaccia preventiva contro chiunque tenti di mettere i bastoni tra le ruote al Doge. Ed è andato a garantire a Musk il suo pieno appoggio.