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 2025  febbraio 05 Mercoledì calendario

Romeo, revocati i domiciliari

A pochi giorni dal deposito delle motivazioni del Tribunale del riesame che aveva respinto sei delle sette istanze di revoca e sostituzione delle misure cautelari avanzate dai legali degli indagati dell’inchiesta Romeo ai domiciliari da dicembre, ieri è arrivato l’ok del gip Enrico Borrelli per la richiesta di sostituzione della misura cautelare da arresti domiciliari a obbligo di dimora, avanzata dalla Procura stessa. Dunque potranno lasciare la propria abitazione e riprendere la loro attività lavorativa (ad eccezione di contrattare e interloquire con la pubblica amministrazione) il commercialista bolzanino Heinz Peter Hager, l’imprenditore trentino Paolo Signoretti, gli architetti altoatesini Fabio Rossa e Andrea Saccani, l’ex senatore e sindaco di Dro Vittorio Fravezzi, e la funzionaria del Comune di Bolzano Daniela Eisenstecken. Il giornalista Lorenzo Barzon aveva già l’obbligo di dimora: il mese scorso era stato l’unico a vedersi accogliere il ricorso dal Tribunale del Riesame mentre la sindaca di Riva del Garda, Cristina Santi, era già stata rimessa in libertà dopo l’interrogatorio di garanzia. L’austriaco René Benko è invece in carcere a Vienna dopo l’arresto nell’ambito dell’inchiesta della procura anti-corruzione della capitale austriaca. La revoca dei domiciliari è stata richiesta dalla stessa Procura di Trento in relazione alla complessità dell’indagine ancora in corso, la cui durata potrebbe allungarsi. Le analisi tecniche sui dispositivi sequestrati sembrano richiedere ancora tempo così come l’acquisizione di elementi indiziari a riscontro. «Incombenze probatorie che non possono andare a detrimento dello status libertatis degli indagati». Inoltre, sempre la Procura, ritiene che gli elementi già acquisiti consentano un’attenuazione delle misure cautelari. «Le pur attuali esigenze cautelari possono essere fronteggiate adeguatamente consentendo agli indagati di riprendere l’esercizio della loro professione in maniera continuativa pur con la limitazione di interloquire e contrattare con la pubblica ammistrazione o di manifestare la volontà dell’ente pubblico di appartenenza».«Sono felice di essere di nuovo libero» sono le prime e uniche parole pronunciate da Heinz Peter Hager.Soddisfazione è stata espressa anche dall’avvocato di Paolo Signoretti, Giovanni Rambaldi. «Prendiamo atto della decisione del gip che ha disposto la revoca degli arresti domiciliari. Si tratta di un provvedimento che conferma la fondatezza delle ragioni da noi già esposte al Tribunale della libertà». Sulla stessa linea anche l’avvocato di Vittorio Fravezzi, Nicola Degaudenz. «Io e il mio assistito prendiamo atto dell’attenuazione della misura cautelare ed io evidenzio che questa è una richiesta della Procura non del sottoscritto e quindi è una attestazione della Procura che si sono ampiamente ridimensionate le esigenze cautelari».«Questo provvedimento ci lascia soddisfatti, perché recepisce le istanze da noi presentate. Siamo convinti che durante il processo verranno chiarite le posizioni dei miei assistiti», spiega Beniamino Migliucci che assieme al figlio Luca difende Barzon e gli architetti Rossa e Saccani. Anche Carlo Bertacchi, legale di Hager, esprime «soddisfazione» e rimarca il disinteresse, alla luce di quanto deciso, a ricorrere in Cassazione per impugnare la sentenza del Riesame.Sono passati due mesi da quando l’inchiesta Romeo aveva fatto tremare il mondo della politica e delle amministrazioni trentine e altoatesine facendo emergere intrecci di affari, interessi e pressioni. Oltre agli elementi già raccolti prima degli arresti e dei sequestri, gli investigatori hanno continuato a lavorare sulla base delle dichiarazioni fornite da alcuni degli arrestati e sugli strumenti elettronici sequestrati durante le numerose perquisizioni. Secondo l’accusa, a capo del sodalizio ci sarebbe stato Benko, fondatore di Signa, il gruppo immobiliare oggi in stato di insolvenza. Il magnate austriaco viene considerato dagli inquirenti come la mente del sodalizio, anche se il suo lavoro era defilato. Avrebbe infatti operato attraverso Hager e Signoretti, ritenuti i suoi bracci operativi, coloro che sarebbero stati in grado di controllare, con pressioni di vario tipo, concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici. Affari milionari che necessitavano però anche dell’appoggio dei politici. L’inchiesta è partita nel 2019 dal progetto WaltherPark di Bolzano, si è poi allargata ad altri affari in Alto Adige e in Trentino, soprattutto nel Basso Garda con l’area ex Cattoi