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 2025  febbraio 03 Lunedì calendario

San Siro, i capi delle curve verso il processo

Undici persone e otto società hanno ricevuto dalla Procura di Milano l’avviso di chiusura indagine nell’ambito dell’inchiesta «Doppia Curva» sulla criminalità organizzata e gli affari illeciti dei capi ultras di Milan e Inter. Tra i destinatari, il consigliere regionale e comunale Manfredi Palmeri, accusato di corruzione tra privati, assieme all’imprenditore dei parcheggi di San Siro Gherardo Zaccagni, titolare della Kiss&Fly srl. Palmeri è indagato in qualità di componente «del consiglio direttivo della M-I Stadio», società concessionaria «per la gestione e l’uso dello stadio Meazza». Per facilitare Zaccagni e la sua società nella concessione comunale della gestione parcheggi del Meazza, «durante i concerti» nel 2024, Palmeri, avrebbe ricevuto un quadro, del valore di «11mila euro», intitolato «Duomo, Milano», realizzato in sei esemplari dell’artista cinese Liu Bolin. La gestione dei parcheggi poi è stata effettivamente assegnata alle società riconducibili a Zaccagni. Palmeri si è sempre difeso sostenendo di non aver fatto favori in cambio di regali e regalie.
Tra i destinatari della chiusura indagini anche Federico Poffe, responsabile dell’ufficio logistica e servizi di Verona fiere spa. In questo caso, secondo i pm, l’imprenditore dei parcheggi, per ottenere la gestione dei parcheggi da Verona Fiere (che smentisce rapporti con la società di Zaccagni), avrebbe promesso a Poffe un «soggiorno» in Austria e, si legge ancora nella chiusura indagini, due biglietti per Milan-Juve nel 2023. La promessa è rimasta tale, e l’accusa contestata anche per questa vicenda è sempre di corruzione tra privati. Poi ci sono due direttori di istituti bancari accusati di favoreggiamento.
Tornando al filone d’indagine relativo ai parcheggi dello stadio di San Siro, sono indagate anche otto società in relazione al ruolo di mediatore (tra ultras, imprenditoria e criminalità) che avrebbe avuto Giuseppe Caminiti, a sua volta legato all’esponente della ‘ndrangheta Giuseppe Calabrò, detto «U’dutturicchiu», di San Luca, alle pendici dell’Aspromonte. Caminiti, secondo investigatori e pm, sarebbe l’intermediario per conto dello stesso stesso Zaccagni nel business del parcheggio sotterraneo di San Siro, al quale forniva protezione mafiosa. L’avviso di chiusura indagini riguarda diversi episodi, anche distinti tra loro, che fanno parte dell’inchiesta «Doppia curva» della squadra Mobile milanese, coordinata dai Pm della Dda Paolo Storari, Sara Ombra e Leonardo Lesti. Tra questi episodi, il tentato omicidio dell’ultrà e broker della droga rossonero Enzo Anghinelli, nel 2019, in via Cadore, attribuito a uno dei capi della curva Sud milanista, Daniele Cataldo. Con Luca Lucci, il capo della Sud, individuato come mandante. Anghinelli sopravvisse ai colpi di pistola da distanza ravvicinata che lo raggiunsero al volto, «ma è come un vegetale», secondo quanto disse uno degli indagati intercettato. Sempre Cataldo è accusato di far parte dell’associazione per delinquere della curva Sud milanista che avrebbe messo in atto più aggressioni, tra cui il pestaggio al personal trainer Cristiano Iovino, dopo una lite con Fedez (non indagato in questa tranche). E sempre nell’atto di chiusura indagini di ieri si fa riferimento anche il sequestro delle armi trovate al rapper Emis Killa, indagato in un altro filone di indagini ancora aperto.
L’avviso, che è il passo precedente al processo, riguarda poi l’ex capo degli ultrà dell’Inter, ora collaboratore di giustizia, Andrea Beretta, per l’omicidio di Antonio Bellocco, accoltellato a morte il 4 settembre 2024 a Cernusco sul Naviglio. Dall’omicidio dell’esponente della ‘ndrina rosarnese, scaturito dai dissidi tra l’ultrà e il mafioso nella gestione degli introiti illeciti provenienti dallo stadio, Beretta partorì poi la decisione di collaborare. L’ex capo ultrà interista risponde, tra le altre cose, insieme al compagno ultrà Christian Ferrario, anche di intestazione fittizia di beni, in relazione ai 40mila euro fatti figurare per «restituzione cucina», quando erano invece la quota versata da un imprenditore taglieggiato in relazione a un investimento immobiliare in Sardegna che Beretta e Bellocco avrebbero dovuto «proteggere» e che è stato invece divorato dagli appetiti delle bande contrapposte di estorsori (ultras interisti e laziali, gemellati, criminalità organizzata e comune). La coppia Beretta-Ferrario compare anche a proposito della scoperta di un arsenale di armi a Cambiago, riconducibile a entrambi. A un ispettore di polizia vengono invece contestati una serie di accessi abusivi, anche allo Sdi e al Ced interforze, per conto sempre di Zaccagni, l’imprenditore dei parcheggi, il quale sarebbe stato così messo a conoscenza in anticipo delle indagini che lo riguardavano. A proposito di quest’ultima vicenda, Zaccagni è a processo in abbreviato per fabbricazione di documento falso e accesso abusivo a sistema informatico. Per quanto riguarda gli altri indagati, nei mesi scorsi è stato disposto il processo immediato per 19 arrestati tra cui capi ultrà e sodali