Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  febbraio 03 Lunedì calendario

La denatalità colpisce anche in Asia

Incoraggiare le giovani a coppie a «non aver timore di mettere al mondo dei figli». Unendosi ai vescovi italiani in occasione della Giornata per la vita, domenica all’Angelus papa Francesco è tornato a indicare il desiderio di generare nuovi figli e figlie come una delle frontiere più calde della sfida a donare speranza, da lui proposta come orizzonte per il Giubileo che stiamo vivendo. La crisi delle nascite è un tema che tutti tendiamo ad associare automaticamente alla “Vecchia Europa”; la verità, invece, è che si tratta di un problema sempre più serio anche per l’Asia. E non solo in Giappone o in Corea del Sud, quest’ultimo il Paese del mondo dove in assoluto si nasce di meno (0,72 figli per donna nel 2023). Anzi, a dire il vero proprio a Seoul negli ultimi mesi una piccola inversione di tendenza è stata registrata; anche se è ancora troppo presto per capire se sia davvero l’inizio di una ripresa della natalità.
Non vanno meglio, invece, le cose a Pechino: archiviati gli anni della politica del figlio unico, oggi è il Partito comunista cinese stesso a invocare più figli dalle coppie, premiando le famiglie che cercano il terzo. Ma l’impatto sui giovani cinesi resta scarso. C’è però soprattutto un’altra area del grande continente dove l’inverno demografico si è affacciata negli ultimi tempi in maniera tanto impetuosa quanto inaspettata: l’Asia Meridionale.
A partire dalla stessa India, il Paese oggi più popoloso al mondo con i suoi 1,45 miliardi di abitanti, a lungo associato allo stereotipo della sovrappopolazione. Negli ultimissimi anni, in realtà, Delhi ha fatto registrare un calo molto brusco del tasso di natalità. Secondo dati più recenti diffusi dal governo indiano il numero medio di figli per donna è sceso a 2, cioè già sotto la soglia di sostituzione che i demografi fissano a quota 2,1. Ma a colpire è soprattutto la rapidità del calo: appena trent’anni fa la stessa media si attestava a 3,4 figli per donna. E se poi si prendono in considerazione gli Stati meridionali della grande federazione, il tasso scende addirittura sotto quota 1,6, avvicinandosi dunque molto alle statistiche dei Paesi dell’Europa Occidentale.
Altro fatto significativo: la natalità crolla anche nei Paesi vicini all’India. Nello Sri Lanka, per esempio, nel 2024 vi sono state appena 228.091 nascite contro le 350.000 di appena dieci anni fa. E anche in una nazione a stragrande maggioranza musulmana come il Bangladesh, l’altro volto dell’emigrazione sono le culle vuote: il tasso di fertilità qui è sceso a 1,95 figli per donna, è cioè oggi comunque più basso di quello indiano.
Questi dati stanno facendo molto discutere a Delhi: nelle ultime settimane diversi politici indù hanno lanciato l’allarme su questa brusca frenata.
Uno dei più decisi nel dare voce a queste preoccupazioni è stato il capo del governo locale dell’Andhra Pradesh, Chandrababu Naidu, che ha esortato il Paese «a non ripetere gli stessi errori di Giappone e Corea del Sud». Per l’India, in realtà, l’invecchiamento della popolazione non è ancora un problema immediato: il 65% degli indiani ha meno di 35 anni, per un po’ gli abitanti continueranno a crescere. Ma senza figli un Paese può avere un futuro?
La questione interpella evidentemente anche la Chiesa cattolica indiana, da sempre in prima linea sulla frontiera della vita; conduce, per esempio, la battaglia contro l’aborto selettivo che va a colpire le bambine, per un pregiudizio nei loro confronti duro a morire. Oggi, però, nelle statistiche locali anche i cristiani emergono tra i gruppi che mettono al mondo meno figli. «Non abbiate timore della vita». Papa Francesco lo ha detto all’Italia, ma vale ogni giorno di più anche per il Kerala e Delhi