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 2025  febbraio 04 Martedì calendario

Snoopy compie 75 anni

Era «un bambino timido e impacciato, pieno di brufoli, troppo magro per giocare a football, troppo basso per giocare a basket». Inizia così la “fiaba” di Charles M. Schulz, ideatore dei Peanuts con l’iconico Snoopy, fumetto che ha segnato più di una generazione. A sintetizzare l’infanzia di Schulz, anzi la sua vita pre-Peanuts, è lo scrittore Garrison Keillor, nell’introduzione alla collana The Complete Peanuts, pubblicata da Panini Comics in 26 volumi in uscita a cadenza mensile – il primo è appena giunto in libreria – dove sono raccolte tutte le storie di Charlie Brown e amici, dal 2 ottobre 1950 al 13 febbraio 2000, giorno dopo la morte dell’autore statunitense a 77 anni. IL SUCCESSOSono passati settantacinque anni dalla nascita di Charlie, Linus e gli altri. E venticinque dalla morte del loro “papà” Schulz. I Peanuts sono cresciuti: le loro avventure sono state stampate su oltre 2600 giornali, conquistando più di 350 milioni di lettori – anche Umberto Eco e Barack Obama – e sono approdate al cinema (il film più recente, Snoopy & Friends, nel 2015) e in tv. Snoopy è diventato un’immagine di moda, reinventata da più brand, ha conquistato lo Spazio come mascotte Nasa dopo l’Apollo 1, e come Schulz ha una stella sulla Walk of Fame di Hollywood.In tutti questi anni, però, i bambini non sono “invecchiati”. Sono rimasti ingenui ma riflessivi, capaci di intenerire gli adulti ma anche di farli pensare alla loro stessa vita, come specchio di dinamiche sociali ed emotive senza età. E sì che tutto è nato dalla “sfortuna” di Schulz. Giovane con poco talento per gli studi e con difficoltà relazionali, l’adolescente Charles pareva destinato a una vita non facile. Così sua madre, preoccupata, quando seppe di un concorso per vignettisti lo esortò a partecipare. Perché se c’era una cosa che il suo Charles sapeva fare, ne era certa, era disegnare, lo aveva notato da quando, bimbo, faceva i suoi schizzi addirittura forse un segno del destino sul giornale. Schulz vinse e a 15 anni vide edita la sua prima vignetta. Poi fu militare in Europa nella Seconda guerra mondiale, diventò insegnante e predicatore. Nel 47 creò Li’l Folks, strip che fu acquistata dal St. Paul Pioneer Press, ma, quando dopo due anni, gli fu negato l’aumento, decise di cercare fortuna altrove. Lui, lo “sfortunato” Schulz, a 27 anni, aveva capito che la storia a volte è bene provare a scriverla, o disegnarla, da soli. Andò a New York, mostrò i suoi lavori a Jim Freeman, direttore della United Feature Syndicate, che rimase affascinato. E creò i Peanuts, che debuttarono su carta il 2 ottobre 1950. Appena due giorni dopo esordì Snoopy. Da qui la storia è nota ed è un crescendo di consensi. I 75 anni dei Peanuts sono festeggiati nel mondo con più eventi, dai labirinti di piante di mais con immagini dei personaggi, presentati da Peanuts Worldwide in più luoghi negli States, fino al parco Knott’s Berry Farm, in California, che dall’8 febbraio al 9 marzo avrà attrazioni a tema. Poi, orologi Solvil et Titus, borse Loungefly, collaborazioni fashion e altro. Tanta vitalità non si è fermata neppure per la decisione di Schulz di non far disegnare ad altri le storie dopo la sua morte. Il perché è presto detto: i Peanuts erano la sua famiglia. C’è qualcosa di lui nelle sfortune di Charlie Brown. Lucy è ispirata alla moglie, Linus a un suo compagno d’armi. E Snoopy è la sua infanzia, la sua fantasia, la sua ambizione. «Ho sempre pensato che se riuscivo a fare qualcosa di buono come Krazy Kat, sarei stato felice. Krazy Kat è sempre stato il mio obiettivo», disse Schulz, spiegando come Snoopy avesse preso spunto dal gatto cult di George Herriman. Storia su storia, Schulz ha narrato i suoi desideri, le paure, i dubbi, che si sono rivelati simili a quelli di tanti altri. È per questo che i Peanuts nome che non amava sono piaciuti subito e continuano a farlo: perché sono piccoli ma hanno cuori grandi e sentimenti forti. Gridano i loro “voglio” come Lucy ma si scontrano con i “non posso” come Charlie Brown. Cercano riparo dalle difficoltà quotidiane come Linus, magari parlano troppo come Piperita Patty, hanno vanità come Sally e grandi passioni come Schroeder per Beethoven. Soprattutto, sognano, come Snoopy, che di una cuccia sa fare mondo.LA FILOSOFIA«Sembra sia al di là della comprensione della gente che qualcuno possa essere nato per disegnare fumetti, ma io penso di averlo fatto», dichiarava Schulz. «I Peanuts sono esplosi come fenomeno in Italia negli Anni 60 spiega Luigi Bona, direttore del museo Wow Spazio Fumetto a Milano frasi di Charlie Brown e Linus erano nelle bacheche degli atenei occupati. Erano bambini ma esprimevano le problematiche dei ragazzi di quegli anni». E lo fanno ancora oggi, nei post che corrono, condivisi, sui social. «Le problematiche sono le stesse, forse ancora più forti – prosegue Bona – Nei lavori di Schulz vediamo che le nostre difficoltà sono anche di altri. Ciò ha un valore psicologico enorme, dona la speranza di poterli superare». Poeta, come lo ha definito Eco, Schulz si è fatto, a suo modo, anche filosofo. «La vita insegna Charlie Brown – è più facile se si teme soltanto un giorno alla volta».