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 2025  febbraio 04 Martedì calendario

Al vertice europeo c’è anche Keir Starmer

Ancora tu. Rieccolo, Keir Starmer. Era dai tempi della Brexit, ossia da cinque anni a questa parte, che un inquilino di Downing Street non partecipava ai lavori del Consiglio europeo. Invece ieri a Bruxelles c’era anche lui, il primo ministro inglese, invitato dal presidente del gruppo dei capi di Stato e di governo dell’Ue Antonio Costa al vertice informale in formato “allargato”, Ventisette più uno. Il leader laburista ha avuto prima un bilaterale con il numero uno della Nato, Mark Rutte. Poi, in serata, si è seduto al tavolo con gli “ex” colleghi europei, per la cena di gala nello storico Palais d’Egmont di Bruxelles. Un luogo carico di significati simbolici, per il Regno di re Carlo: è qui che, nel 1972, l’allora primo ministro britannico Ted Heath firmò il trattato di adesione del Regno Unito alla Comunità economica europea. Un segnale concreto, insomma, di quel riavvicinamento tra Gran Bretagna ed Europa sotto impulso del governo di Starmer di cui da mesi si parla (secondo un sondaggio di pochi giorni fa, il 55 per cento dei britannici è ormai convinto che uscire dall’Ue sia stato un errore). Le cose però potrebbero procedere più lentamente di quanto molti sudditi di Sua Maestà auspicavano. Anzi: secondo fonti brussellesi riportate dall’influente testata Politico, il cosiddetto “reset” nelle relazioni tra Gb e Ue a cui lavora Sir Keir si starebbe dimostrando finora al di sotto delle aspettative: molte parole, pochi fatti concreti. Al netto delle distanze che rimangono profonde su capitoli come il mercato unico (il rientro è considerato una «linea rossa» che Londra non ha intenzione di oltrepassare), esistono invece diversi fronti su cui il primo ministro britannico dei Labour è deciso a rinsaldare la collaborazione con Bruxelles. Dall’ottenimento di accordi doganali più agevoli per il Regno Unito, in particolare per quanto riguarda il capitolo burocrazia, alla cooperazione in materia di sicurezza e difesa comune. Proprio su questo capitolo si è concentrato Starmer ieri in conferenza stampa, dopo l’incontro con Rutte. «Vogliamo realizzare un ambizioso partenariato per la sicurezza tra Regno Unito e Ue per rafforzare la Nato», ha annunciato il primo ministro inglese. Il Regno Unito dovrebbe insomma far parte a pieno titolo di quella «coalizione di volenterosi» per spingere la difesa Ue di fronte alle nuove sfide, dalla minaccia russa alla richiesta della Casa Bianca di fare di più. Per Starmer «occorre rafforzare la colonna europea della Nato». Londra, dal canto suo, sta lavorando per raggiungere il 2,5% di spesa militare in rapporto al Pil, e la dottrina “Nato First” assicura l’inquilino di Downing Street sarà al centro della Revisione strategica della dottrina militare. «Non si tratta di tornare a fare parte dell’Ue avverte Starmer Ma credo che avere una migliore relazione con l’Europa sulla difesa e la sicurezza, sull’energia e sul commercio sia nell’interesse del Regno Unito». Mentre per quanto riguarda il sostegno all’Ucraina «dobbiamo vedere tutti gli alleati fare di più, in particolare in Europa», è l’avviso. È da questi capitoli, insomma, che può cominciare il “reset”. Intanto Sir Keir prova a destreggiarsi tra due fronti. Da una parte gli Stati Uniti di Donald Trump, che il premier britannico spera possano escludere Londra dai dazi contro l’Ue. Dall’altra, i Ventisette, che quei dazi stanno cercando di capire come arginarli. «Ambedue le relazioni, quella che abbiamo con l’America e quella con l’Europa, sono assolutamente importanti», ha detto ieri il primo ministro inglese. «Abbiamo interessi comuni indissolubili, sia con gli Usa che con l’Europa. E continueremo a lavorare insieme». In attesa che in primavera si svolga il summit tra Gb e Ue che dovrebbe rilanciare le relazioni tra le due sponde della Manica. A cominciare da un programma per consentire ai giovani europei tra i 18 e i 30 di lavorare e studiare in Gran Bretagna (e viceversa). Per il momento, però, ci si è limitati a un confronto informale a cena, di nuovo a Ventotto, e a un’intesa di massima sulla difesa comune. Se son rose...