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 2025  febbraio 04 Martedì calendario

L’intervento di Mario Draghi al vertice in Vaticano sui diritti dei bambini

Santo Padre, illustri ospiti, è un onore e un piacere essere qui oggi al “Summit Internazionale sui Diritti dei Bambini”.Nel mio breve intervento intendo soffermarmi su quello che le politiche pubbliche possono e devono fare per tutelare l’infanzia. Ovvero, per permettere ai bambini di soddisfare le proprie aspettative, appagare i propri bisogni, esprimere al meglio le proprie potenzialità. Amare e proteggere i bambini richiede un delicato equilibrio. Dobbiamo preservare e, in alcuni casi, rafforzare quei presidi sociali, economici, legali necessari a difendere i più piccoli dai pericoli che possono incontrare.Allo stesso tempo, dobbiamo accompagnare il loro cammino verso una piena indipendenza e intraprendenza, senza paternalismo ma con consapevolezza. Proteggere i bambini vuol dire stimolarli, lasciarli esprimere, impedire che si annoino e si chiudano in se stessi. Il gioco, la condivisione, l’amicizia sono i migliori antidoti contro l’alienazione, contro l’indifferenza. I pilastri su cui fondare la nostra azione collettiva sono quelli previsti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata dalle Nazioni Unite nel 1989. Educare vuol dire avviare alla conoscenza di se stessi e del mondo.Questo, per i più fortunati, avviene in famiglia e a scuola. È per questo che le politiche di aiuto alle famiglie – aiuto psicologico, economico e sociale – sono importanti. Esse aiutano a costruire quell’ambiente dove, con la protezione dell’amore dei genitori, avvengono i primi piccoli passi verso la conoscenza, verso la costruzione dell’essere adulto. Educazione è anche protezione. E la principale azione universale – presente anche nella nostra Costituzione all’Articolo 34 – è l’istruzione. Investire nella scuola, in modo intelligente e lungimirante, è il primo atto di responsabilità per una società che intenda davvero amare e proteggere i propri figli. La scuola è lo strumento che ha lo Stato per assicurare a tutti una stessa base di partenza, soprattutto in età in cui i bambini sono particolarmente ricettivi agli stimoli a cui sono esposti. È per questo che, durante la pandemia, il nostro Governo ha dato la massima priorità alla riapertura in sicurezza delle scuole. Ed è per questo che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza investe negli asili nido e nel tempo pieno. Occorre continuare su questa strada, per dare ai giovani le competenze necessarie per affrontare le grandi transizioni che stiamo vivendo e che influiranno in modo decisivo sul loro futuro. Nello scenario internazionale di oggi è essenziale tutelare il diritto alla protezione dei bambini – le prime vittime delle guerre. Lo vediamo in Ucraina, a Gaza e in tutti i luoghi in cui ci sono conflitti armati. Dobbiamo cercare la pace – una pace che sia giusta, vera, stabile. Non possiamo lasciare ai nostri figli un mondo meno libero e meno democratico di quello che abbiamo ricevuto dai nostri padri. Bisogna poi difendere il diritto dei bambini a essere ascoltati. Noi adulti dobbiamo riconoscere che il punto di vista dei più piccoli, le loro paure, i loro desideri sono necessari per arrivare a una comprensione davvero comune e compiuta della realtà. Si tratta di un compito complesso: il coinvolgimento dei bambini nei processi decisionali che li riguardano comporta sapienza e passione educativa.Occorre costruire percorsi educativi che diano autenticità alla partecipazione dei più piccoli e permettano di liberarne le potenzialità, senza anticipare il loro essere adulti. Proteggere i bambini significa essere pronti a cambiare i nostri atteggiamenti, come genitori e come nonni. E vuol dire essere pronti a cambiare i criteri delle scelte collettive, delle politiche pubbliche. Dobbiamo chiederci che impatto queste scelte avranno sui più piccoli, e se hanno il loro bene come obiettivo. Perché amare e proteggere i bambini vuol dire amare e proteggere il nostro futuro.Con le parole del Santo Padre: «I bambini sono speranza».