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 2025  febbraio 04 Martedì calendario

Il team di 0O7 che elimina i nemici oltre confine

A Mosca come a San Pietroburgo, da quasi tre anni i “vendicatori” uccidono e scompaiono nell’ombra, obbligando chiunque sia coinvolto nella guerra putiniana a sentirsi nel mirino. Nessuno conosce i loro volti e come facciano ad agire indisturbati all’interno della Russia. Kirill Budanov, il capo degli 007 ucraini, ne ha parlato una sola volta nel marzo 2022: «Siamo riusciti a infiltrarci in molti settori della dirigenza militare, politica e finanziaria russa e abbiamo sfruttato le informazioni ottenute».
All’epoca Kiev era ancora sotto assedio e le sue dichiarazioni sono apparse incredibili: pochi conoscevano il generale 36enne al vertice dell’intelligence militare, un condottiero abile e spietato che si è poi imposto come uno dei protagonisti del conflitto. I suoi agenti hanno messo a segno azioni clamorose.
Ad esempio, il camion-bomba esploso sul viadotto di Kerch che nell’ottobre 2022 ha bloccato i rifornimenti per la Crimea: l’attentato venne preparato in territorio russo, con complicità mai identificate. Per l’ordigno piazzato sotto il suv di Aleksander Dugin, uno degli ideologi del nuovo imperialismo russo che invece uccise la figlia Darja, fu chiamata in causa di Natalja Vovk, spia ucraina che sarebbe riuscita a fuggire da Mosca all’Estonia in auto con metodi degni del film “Nikita”.
Sorprendente la trappola letale contro Vladen Tatarsky, influencer che esaltava suoi social le imprese della Wagner.
Una ragazza gli ha consegnato una statuetta con il suo ritratto, imbottita però di esplosivo.
Si ritiene che i servizi segreti di Kiev abbiano reclutato informatori e appoggi logistici dal 2014 in poi, sfruttando il punto debole dell’eredità sovietica: hanno scelto cittadini russi originari di repubbliche diventate indipendenti o di comunità che detestano il Cremlino, a cui si sarebbero aggiunti oppositori liberali o di estrema destra come quelli che hanno combattuto al fianco degli ucraini nei battaglioni di “Russia Libera”. Una rete multietnica e invisibile, unita dall’odio per Putin: sono ignoti pure alla Cia e rispondono solo a Budanov. Il generale dallo sguardo di ghiaccio dispone anche di una legione di hacker abilissimi, che intercettano telefonate e posta elettronica, scoprono indirizzi e conti bancari, permettendo di localizzare i bersagli. Per lui si tratta anche di una questione personale: si narra che i russi abbiano tentato due volte di ammazzarlo e gli abbiano avvelenato la moglie. E non ha mai voluto rivendicare le esecuzioni mirate: «Tutto quello che posso dire è che noi abbiamo ucciso russi e continueremo a farlo dovunque, fino alla completa vittoria dell’Ucraina».