La Stampa, 3 febbraio 2025
Roccaraso, una giornata quasi normale
Ghiaccio sporco. Poliziotti in attesa lungo la Statale 17. Alle 9.31 del mattino arriva il quinto pullman di turisti. Si apre la porta anteriore, una signora fa un passo per scendere e già l’inviato più veloce delle televisioni le piazza un microfono sotto la bocca: «Da dove arrivate?». «Da Napoli», risponde lei. «Alzataccia, eh?».Sì, si sono svegliati presto per passare una giornata in montagna a Roccaraso, in alta Val di Sangro. Hanno riempito questi pullman. Così come sono pieni ad agosto i treni per Alassio e i voli per Barcellona. Hanno un giorno libero e non possono permettersi di spendere tanti soldi. «Dovete smetterla di criticare i napoletani per questa storia di Roccaraso. Odio sui social! Addirittura minacce di morte. Ma che male facciamo?», dice una maestra elementare, 31 anni, che si chiama Francesca Sessa.Domenica scorsa i pullman per Roccaraso sono stati 220, record assoluto. Molti dei quali organizzati direttamente da certi tiktoker famosi a Napoli. E certi tiktoker famosi a Napoli, come certi cantanti neomelodici famosi a Napoli, spostano le masse. Letteralmente. Venti euro tutto compreso: pure il pranzo al sacco. Così per le strade di un paese di montagna con 1500 abitanti famoso per gli orsi marsicani si sono riversate in una sola giornata più di ventimila persone portate dal web. Quando i pullman si sono messi in coda sulla strada del ritorno, si è creato un gigantesco ingorgo. Smog e rifiuti. Il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato, è andato su tutte le furie, ha promesso una domenica diversa, a numero chiuso, con controlli lungo le strade. Solo sessanta pullman ammessi, previa prenotazione. Ed eccoli, adesso, quei pullman: stanno sbucando dall’ultima curva.Roccaraso, in Abruzzo, è la montagna dei napoletani. C’è una scena di «È stata la mano di Dio» di Paolo Sorrentino girata proprio qui. Lungo la strada, i cartelli dicono: «Attenzione! Animali selvatici». È un piccolo posto un po’ selvatico a sua volta, al riparo dal mondo. Due ore da Napoli, tre da Roma. I pullman sono sempre arrivati. Ma adesso si sono messi di mezzo i ticktoker come Rita De Crescenzo, già ormeggiatrice del lungomare, già titolare del marchio di vestiti «Svergognata shop», già cantante nel brano «Ma te vulisse fa na gara e ballo», e già assolta – assicura lei – per una faccenda di spaccio di droga. Ha lanciato l’invito a un milione e 700 mila seguaci. Oggi verrà o non verrà?«Questa volta, no», dice al telefono. «Preferisco passare la domenica in famiglia. Magari la prossima volta andremo tutti a Ovindoli». Molti hanno rinunciato al viaggio dopo le polemiche dei giorni scorsi. La procura di Napoli ha aperto un’inchiesta per capire se quei pullman fossero autorizzati. Intende chiarire, anche, se tutte quelle banconote da 20 euro messe in circolo per il viaggio a Roccaraso siano in realtà un’operazione di riciclaggio. Insomma, la procura sospetta che dietro il boom turistico ci sia la camorra.Così siamo tutti qui ad aspettare questi pendolari del turismo domenicale e per guardare chi vuole essere guardato, a nostra volta parte del meccanismo infernale. «È una colpa voler fare una giornata in montagna con la propria famiglia?» dice il netturbino Francesco Astuto. «Io, già così, spendo 80 euro».I bar di Roccaraso sono pieni solo dei turisti delle seconde case. Quelli dei pullman sono viaggiatori che non portano ricchezza. Sono viaggiatori «low cost», messi alla gogna per colpa di qualcuno che li ha mandati allo sbaraglio. «Non tutti possono spendere 500 euro per una giornata», dice l’elettricista Sabino Petrilla. «Ma quando vengono al mare a Napoli, i ricchi e i poveri noi li accogliamo tutti».Si capisce subito che questa del 2 febbraio sarà una domenica diversa. I pullman che hanno prenotato il viaggio, secondo le nuove regole, alla fine, sono meno di sessanta. Da uno di questi scende baldanzosa la ticktoker «Tinatik76»: «Smettetela di fare di tutta un’erba un fascio. Magari qualcuno avrà sbagliato, ma non tutti i napoletani. Viviamo una giornata di divertimento. Andiamo sulla neve. A me, quando sono rimasta vedova, Tiktok ha aiutato molto». L’ultima neve si sta sciogliendo. Resta una sottile lastra di ghiaccio sui cui scivolano le padelle e risalgono i bambini. «Per ora sta andando tutto bene», dice alle 11 di mattina il sindaco Di Donato. Ecco un pullman di lavoratori cingalesi, finalmente con una giornata di riposo. «Abbiamo speso quaranta euro per tutto, anche per il pranzo di riso e pollo». Ecco altri tre pullman della ditta «Angelino» di Caivano. Altre persone vestite da sci che si incamminano dalla Statale 17 verso un piccolo spiazzo con un rimasuglio di neve.Uno dei tiktoker più famosi della giornata si chiama Antony Sansone, detto «Macrezucchr». È famoso per essersi inventato un successo da venditore di «spighe» a Casoria, cioè pannocchie bollite, grazie ai social. Ha organizzato due pullman con 80 persone. È con lui che si scaldano gli animi. Quando incontra, sul paciugo, il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Francesco Emilio Borrelli, il primo a denunciare l’invasione di Roccaraso.Il deputato: «Napoli non è rappresentata da chi fa i TikTok. Ci avete fatto vergognare. Pensate di essere i padroni del mondo. Non ci si comporta così, imparate a rispettare le regole. La vostra è l’economia dei cialtroni, che porta la gente qua in quel mondo. Napoli non c’entra con voi. Noi siamo la Napoli di Sofia Loren, di De Filippo, di De Crescenzo. Noi non c’entriamo, la monnezza siete voi. Napoli è una città stupenda. E se ve ne andate, è meglio». Il tiktoker: «Noi siamo realtà. Io mi sono realizzato facendo i ticktock. Non avevo un euro». Il sindaco Di Donato: «L’unico messaggio è questo. Roccaraso è accogliente. Non fa distinzione di provenienza e di classe sociale. La montagna è di tutti. Ma si deve venire nel rispetto delle regole e dell’ambiente».Alle tre di pomeriggio incomincia a piovere. Un pioggia sottile, tristissima. Il ghiaccio è diventato pantano. I pullman avevano già il motore acceso per il ritorno