il Fatto Quotidiano, 2 febbraio 2025
La notevolissima traiettoria pubblica di Michela Vittoria Brambilla
Ci sono almeno tre diapositive micidiali che raccontano, meglio delle parole, la notevolissima traiettoria pubblica di Michela Vittoria Brambilla. Prima foto, 1991: la nostra è inviata de I misteri della notte, trasmissione trash-giornalistica di Mediaset. Lei gira per locali notturni, intervista un’umanità abbondantemente sballata e si fa ritrarre in gonne cortissime e frustini sguainati mentre simula rapporti sadomaso con i suoi interlocutori. Seconda fotografia, gennaio 2006. L’ex cronista d’assalto è ora presidente dei Giovani Imprenditori di Confcommercio e si impone come ospite dei salotti televisivi. Classe ’68, all’epoca ha già una biografia ricchissima: candidata Miss Italia a 18 anni, testimonial dei collant Omsa, manichino vivente per una ditta di reggiseni e slip, quindi giornalista del Biscione e imprenditrice (rampolla di una dinastia di industriali dell’acciaio). La diapositiva che la consacra è nello studio di Porta a Porta, ha le gambe accavallate, dalla gonna corta si scorge il pizzo della calza autoreggente. Brambilla diventa una star. La terza diapositiva è più recente, Pasqua 2017: la nostra è da anni stellina berlusconiana, parlamentare di lungo corso e animalista a tempo pieno (fondatrice della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente). Più che una foto, un intero shooting ad Arcore con Berlusconi, mentre coccolano, abbracciano e danno il latte a due agnellini salvati dal destino di abbacchi pasquali.
È proprio B. il maggiore responsabile della sua eccentrica carriera. Raccontano i testimoni storici che il Cavaliere perse letteralmente la testa. Nel suo libro su Forza Italia, Fabrizio Cicchitto la descrive come “un’infatuazione travolgente”: nel 2006 Berlusconi considerava Maria Vittoria la sua erede naturale. Aveva appena perso le elezioni e il coinvolgimento per la rossa Brambilla “fu uno dei molti contraccolpi fra il politico e il personale”, scrive Cicchitto. Inutili i suoi tentativi di dissuaderlo: “Non hai capito nulla – rispose Silvio – Abbiamo per le mani chi, quando farò un passo indietro, potrà spiazzare Casini e Fini e affermarsi come un leader del tutto nuovo per la sua forza mediatica. Dai retta a me, che me ne intendo”.
Il tempo ha detto che stavolta forse si era sbagliato, ma la stima di B. fu generosissima. Le mise in mano l’organizzazione dei fantomatici circoli della libertà, ne vennero annunciati centinaia, ma onestamente non se ne hanno ricordi decisivi. Poi le regalò una televisione satellitare tutta sua (la “Tv delle Libertà”), pure in questo caso con esiti non indimenticabili. L’apertura di credito umano e politico lasciò tracce più evidenti nei conti del partito: “L’operazione costò a B. e ai bilanci di Forza Italia qualcosa come 28 milioni di euro”, segnala il solito Cicchitto.
Fu ancora Silvio ad assecondare le sue ambizioni e a nominarla ministra del Turismo. La nomina è dell’8 maggio 2009 e la “benedizione” di B. arrivò nei giorni (a loro modo epici) dello scandalo Noemi Letizia. Del mandato di Brambilla, si ricorda soprattutto una certa disinvoltura nell’uso dei voli di Stato, specie in elicottero: secondo un’inchiesta di Repubblica aveva un budget di 27 mila euro e ne fece spendere all’amministrazione 157 mila. La Procura di Milano indagò in particolare su due voli, ma si chiuse tutto con l’autorizzazione a procedere negata dalla Camera (marzo 2014). Negli anni successivi Michela Vittoria si dedicherà quasi esclusivamente alla causa animalista. Una passione nata in tenera età: “A 9 anni, per Natale, mi hanno regalato una leonessa, Rumba”, raccontò in un’intervista a Claudio Sabelli Fioretti. Non è mai stata una qualsiasi