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 2025  febbraio 02 Domenica calendario

I 43 migranti sono sbarcati a Bari

Otto ore in mare, poi, verso sera, intorno alle 20,30, l’approdo in Italia. La nave della Guardia costiera era partita nella tarda mattinata dal porto di Shenzjin, in Albania. I 43 migranti richiedenti asilo per i quali non è stato convalidato il trattenimento nel centro di Gjader, a bordo della motovedetta Degrazia, scortata da altre unità della Guardia costiera, sono stati portati a Bari. La maggior parte sono bengalesi ed egiziani, alcuni arrivano dalla Costa d’Avorio e dal Gambia.Sono scesi dalla nave stringendo borsoni, qualcuno aveva raccolto tutto ciò che possiede dentro grosse buste di plastica. Pochi vestiti, qualche ricordo della vecchia vita, tutto ciò di cui hanno bisogno per ricominciare da zero in un paese nuovo. Hanno sorriso scendendo a terra, ricambiando i saluti di alcuni cittadini che si sono riuniti nel porto per accoglierli insieme ad alcuni manifestanti dell’Arci, che hanno organizzato un sit in di protesta, e ai volontari della Croce Rossa. Ma non hanno nemmeno avuto il tempo di ambientarsi e di riprendersi dalla stanchezza che sono subito stati trasferiti nel Cara di Bari Palese, a bordo di un bus che li aspettava. Hanno atteso una mezzora in tutto, prima di rimettersi in viaggio via terra, tra gli applausi dei presenti.All’inizio del loro lungo viaggio erano in 49, intercettati a sud di Lampedusa qualche giorno fa. Dopo il trasferimento in Albania, avvenuto martedì scorso, in sei erano già stati rimandati in Italia, in un centro di accoglienza di Brindisi, perché minorenni o vulnerabili. A partire, invece, erano stati tutti gli altri: la maggior parte bengalesi, sei egiziani, due della Costa d’Avorio, altri due del Gambia. Avevano raggiunto l’Albania a bordo della motovedetta Cassiopea, della Marina militare. Al loro arrivo avevano trovato un furgoncino della Medhospes, cooperativa che gestisce l’accoglienza nel paese: gli operatori avevano distribuito a tutti quanti pasti precotti e tute blu da indossare prima dei controlli per l’identificazione nell’hotspot. A scortarli, poliziotti, carabinieri, finanzieri. Dopo la decisione dei giudici della Corte d’appello di Roma, che ha negato il trattenimento dei profughi nel centro nel centro albanese costruito dal nostro paese a Gjader, i migranti ora sono tornati in Italia.Ad accoglierli, nel porto di Bari, un presidio di cittadini con cartelli in mano: «Welcome», benvenuti, bentornati. Ma anche manifestanti in protesta contro il governo che stringevano striscioni con scritto: «No borders, no nations, stop deportation». Subito dopo lo sbarco, i migranti sono stati presi in carico da polizia e carabinieri e sono saliti a bordo di un bus per il trasferimento nel centro di accoglienza richiedenti asilo di Bari Palese. Si svolgeranno lì le attività di primo soccorso e foto segnalamento, che in genere vengono svolte al porto subito dopo la discesa dalle navi. Le operazioni di sbarco sono state coordinate dalla Prefettura. Ieri anche l’Arci ha creato un presidio per accogliere gli immigrati. «Il flop del modello albanese è oramai palese ha sostenuto Filippo Miraglia, responsabile immigrazioni e asilo per Arci nazionale – l’Arci ha partecipato in questi giorni al monitoraggio del “tavolo Asilo e immigrazione” insieme ai parlamentari dell’opposizione, denunciando procedure illegittime e condizioni intollerabili». E ancora: «Abbiamo salutato con soddisfazione la decisione della Corte d’appello di Roma di non convalidare la detenzione dei migranti portati in Albania». Anna Caputo, responsabile immigrazioni Arci Puglia, ha aggiunto: «I soldi pubblici andrebbero spesi con oculatezza. Mentre sanità, scuola, i servizi in genere sono allo sfascio, continuiamo a disperdere centinaia di migliaia di euro per un’operazione di pura propaganda di cui oramai sono consapevoli tutte e tutti»