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 2025  gennaio 30 Giovedì calendario

Gli inesperti di DeepSeek

L’intelligenza che ha creato il sorprendente bang della cinese DeepSeek non è artificiale. Nasce da un’intuizione molto umana e apre finestre su più di una realtà. La più affascinante è forse quella raccontata dallo stesso Liang Wenfeng, la mente che sta dietro la società che ha messo sottosopra l’intero mondo dell’Artificial Intelligence. In un’intervista del 2023 a una pubblicazione cinese, ha spiegato perché nel suo gruppo di lavoro ci fossero solo neolaureati e persone con poca esperienza. «Quando fai qualcosa – disse – le persone esperte ti diranno senza esitazione che devi farlo in un certo modo; ma le persone inesperte devono continuare a esplorare, pensare seriamente a come fare le cose e poi trovare una soluzione che va bene con l’effettiva situazione del momento». Sembra dunque che i giovani inesperti di DeepSeek abbiano lasciato perdere gli approcci passati. Riassumendo: il nuovo algoritmo non cerca soluzioni nella massa generale di informazioni memorizzate ma è indirizzato a cercare risposte solo in ambiti rilevanti con la domanda. Con grande risparmio di tempo, di potenza, di energia necessaria e di denaro. Un brutto colpo per gli «esperti». Soprattutto per quelli di Silicon Valley. Un’altra finestra ci fa scoprire che la Cina ha una potenzialità creativa enorme, non fosse altro per la popolazione di 1,4 miliardi di persone. E che questa creatività emerge quando i cinesi sono lasciati sperimentare le loro intuizioni, non tanto quando il Partito Comunista compila i suoi piani quinquennali senza sapere quali idee si affermeranno e in quale campo. Una terza finestra si apre su un panorama meno chiaro. Il maggiore sviluppatore di intelligenza artificiale fin qui conosciuto, l’americano OpenAI (ChatGpt) di Sam Altman, ha detto di sospettare che DeepSeek sia ricorsa, per realizzare il suo modello, alla distillation da quelli di Open AI, cioè abbia «succhiato» le conoscenze che l’impresa americana ha sviluppato con molto lavoro e ad alto costo. Difficile, per ora, dire come stanno le cose. Se fosse vera la sottrazione di knowhow da parte di DeepSeek, cadremmo però in un’altra realtà, quella utilizzata da anni in Cina: l’appropriazione indebita di tecnologie altrui. Sarebbe, in questo caso, non l’affermazione della creatività ma la vittoria triste dell’esperienza.