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 2025  gennaio 29 Mercoledì calendario

Azzardo, pressing sul governo contro nuove sale-gioco


Aumenta il pressing sul governo di associazioni e opposizioni perché sia fermata la riforma dell’azzardo fisico che permetterebbe di aprire sale gioco, agenzie scommesse e esercizi con slot anche accanto a luoghi sensibili come parrocchie, oratori e centri anziani, e, di fatto, permetterebbe di “giocare” ovunque sul territorio. «Dissenso e preoccupazione» esprime la Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II. Con la bozza di riforma, lancia l’allarme il presidente Luciano Gualzetti, «si sta perseverando sulla linea della diffusione capillare dell’azzardo nel Paese, prevaricando Regioni e Comuni i cui provvedimenti normativi e regolamenti sindacali sono rivolti a ridurre l’impatto degli effetti distorsivi sull’economia e sulla salute dei cittadini sui territori». Invece la riforma «è strutturata in maniera tale che l’azzardo entri in tutte le famiglie italiane, soprattutto di quelle più disagiate, più povere, più fragili e quindi soggette a intravedere nella scommessa una via d’uscita dalla propria condizione di disagio». Così la Consulta, «si unisce all’appello delle Regioni, dei Comuni e associazioni che quotidianamente operano sui territori, ascoltando la disperazione della gente finita nella trappola disumana dell’azzardo, di ritirare tale proposta di riforma del gioco fisico, in quanto non è rispettosa della dignità e della salute dei cittadini. È necessario rivederla insieme a tutta la normativa vigente sull’azzardo, sulle direttrici di un effettivo riordino che sappia costruire una legislazione». Interviene anche Libera che parla di «scelta ingiustificabile e irresponsabile» che «di fatto aumenta il numero di giocatori, aumenta la somma spesa, aumenta le perdite, aumenta le dipendenze, aumenta le attività delle mafie. E dietro l’aumento dell’incasso per lo Stato sono i cittadini a subirne le conseguenze». Per questo, accusa l’associazione guidata da don Luigi Ciotti, «c’è da chiedersi con coscienza critica “A che gioco stiamo giocando?”, o sarebbe meglio dire “A che gioco stanno giocando?”». Sul fronte politico scende in campo anche la segretaria del Pd, Elly Schlein. «L’incasso val bene una schiavitù: ha dell’incredibile l’ostinazione del governo sul tema del gioco d’azzardo. Pur di non rinunciare a una parte degli incassi sta procedendo come un caterpillar e le proposte di “riordino” del comparto dei giochi e delle scommesse rischiano di moltiplicare l’offerta di giochi e aumentare i danni alle categorie sociali più fragili quando invece il tema da anni è quello di una progressiva riduzione degli stessi e una maggiore tutela delle persone». Per la senatrice Enza Rando, responsabile Legalità del Pd «rischia di far fare un passo indietro al nostro Paese nel lavoro di contrasto alla ludopatia. Non possiamo permetterci di annullare gli immani sforzi compiuti fino ad oggi». Sempre dal Pd Marco Furfaro, membro della segreteria nazionale, e i deputati Paolo Ciani, Stefano Vaccari, Virginio Merola, Andrea Casu, Ilenia Malavasi, Gianni Girelli, Nico Stumpo annunciano un’interrogazione parlamentare «per chiedere conto al governo Meloni della sua bozza di riforma sul gioco d’azzardo fisico, che dimostra ancora una volta come sia disposto a fare cassa sulla pelle dei soggetti fragili». Anche per Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera «la proposta di “riordino” del comporto giochi e scommesse cancella ogni possibile argine di protezione per le persone fragili, possibili prede delle macchine da soldi, e prelude a costi sociali altissimi». Mentre per il senatore del M5s, Marco Croatti, «questo governo di biscazzieri continua a scommettere sul futuro dei nostri giovani, ad alimentare la piaga dell’azzardopatia che nel nostro Paese ha costi sociali drammatici, a rendere schiave del gioco le persone più deboli e fragili. È una vergogna»