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 2025  gennaio 29 Mercoledì calendario

Frena (-17%) il gigante del lusso Lvmh


PARIGI – «Torno dagli Stati Uniti, e sono colpito dal vento di ottimismo che soffia in quel Paese» racconta Bernard Arnault. «Quando si torna in Francia, è una doccia fredda» prosegue il Ceo di Lvmh presentando ieri i risultati del colosso mondiale del lusso. Arnault era presente all’Inauguration Day. Con i figli Delphine, Ceo di Dior, e Alexandre, direttore generale delegato di Moët-Hennessy, appariva tra gli ospiti francesi più vicini a Donald Trump alla cerimonia di insediamento alla Casa Bianca. Rispondendo alle domande nel tradizionale punto di inizio anno sui conti di Lvmh, Arnault ha lodato gli interventi pro-business della nuova amministrazione Usa, mettendola a confronto con l’aumento previsto delle imposte sulle imprese francesi annunciato dal governo di Parigi.«Negli Usa – ha osservato – le tasse scenderanno al 15 per cento, gli stabilimenti sono sovvenzionati in diversi Stati e il Presidente incoraggia questa politica». Al contrario, ha proseguito Arnault, in Francia «si sta per aumentare del 40 per cento l’imposta sulle aziende che producono. È incredibile. Se l’obiettivo è incentivare la delocalizzazione, è perfetto. È una tassa sul made in France». Arnault ha fatto allusione alla sovrattassa sull’imposta sulle società prevista nella Finanziaria 2025 in discussione e che dovrebbe colpire con un’aliquota del 40 per cento le imprese con un fatturato superiore ai tre miliardi di euro come Lvmh. L’incremento dovrebbe portare circa 8 miliardi di euro nelle casse dello Stato.Il governo ha assicurato che l’aumento sarà temporaneo e valido solo per un anno, ma Arnault si è detto scettico: «Nessuno ci crede. Una volta che le tasse aumentano del 40 per cento, chi le abbasserà poi del 40 per cento?», ha dichiarato a margine della conferenza stampa. Il patron di Lvmh ha inoltre sottolineato che le autorità americane stanno facendo forti pressioni per continuare ad attrarre investimenti nei loro stabilimenti industriali:«In questo contesto, stiamo valutando seriamente questa opzione» ha aggiunto, lasciando intendere che il gruppo potrebbe rafforzare la sua presenza negli Usa a scapito della Francia.Alla domanda su possibili dazi doganali imposti dagli Stati Uniti, Arnault ha deciso di non commentare: «Preferisco non esprimermi e cercare di agire con discrezione», ha concluso. Dopo un 2023 complicato, Lvmh registra nel 2024 una flessione del 17% dell’utile netto, pari a 12,55 miliardi di euro, e un calo del 2% del fatturato annuo, che si attesta a 84,7 miliardi di euro. Le oscillazioni dei tassi di cambio hanno avuto un impatto negativo sostanziale durante l’anno, in particolare su Fashion & Leather Goods (-3%), di cui fanno parte Louis Vuitton, Dior e Fendi, e Wines & Spirits (-11%), divisione che ha subito il calo più pesante e su cui è stato deciso un cambio di management. «Guardiamo al 2025 con fiducia – ha concluso Arnault – e ci rafforzeremo ancora nel mondo del lusso»