la Repubblica, 29 gennaio 2025
I mercatini del Giubileo arricchiscono il Vaticano
CITTà DEL VATICANO – La mascotte che sembra un peluche giapponese – occhioni da manga e impermeabile giallo – è andata a ruba. Il Giubileo è iniziato da poche settimane e la scorta di Luce, il pupazzetto di stoffa da 25 euro, è esaurita due volte. In vendita ci sono anche figure più piccole da 10 euro, e poi adesivi (7 euro), portachiavi (6 euro), spille (2 euro) e un presepe con lo stesso stile che ammicca ai comics nipponici (15 euro). Benvenuti nell’anno santo, occasione di pellegrinaggi, conversioni – e fundraising.Offerte e elemosine accompagnano da sempre la storia della Chiesa, a Roma le missioni sono state organizzate da Propaganda fide grazie ai frutti di un patrimonio immobiliare accumulato nel corso del tempo. Altra, però, è la situazione attuale. Perché bisogna muoversi tra le esigenze del marketing e le immagini virali sui social. E perché lo Stato pontificio è entrato nel tunnel di un deficit che non farà che aumentare nei prossimi anni, imponendo, non senza le proteste dei dipendenti, tagli e misure di austerity.E iniziative di fundraising. Parola sussurrata con una punta di imbarazzo Oltretevere. Non perché ci sia nulla di male. Ma già l’inglese, in un piccolo mondo più a suo agio con l’italiano se non con il latino, segnala l’estraneità a un concetto ancora da digerire, e da gestire senza errori. C’è la consapevolezza che si corre il rischio di passare prosaicamente per una ong a caccia di sostenitori o, peggio, di adeguarsi poco evangelicamente a una mentalità aziendalistica. Non a caso nella Curia romana tutte le donazioni di un importo significativo devono essere approvate dalla Segreteria per l’Economia come atto di straordinaria amministrazione, i donatori vengono passati al vaglio per assicurare trasparenza ed evitare possibili conflitti d’interesse. C’è poi un altro problema: «La Santa Sede», spiega chi è addentro alla materia, «non può fare concorrenza alle Chiese locali». In ogni paese diocesi, parrocchie e ordini religiosi hanno già le loro attività di finanziamento, non gradirebbero di vedersi scavalcati da Roma.Il Giubileo, con 32 milioni di pellegrini previsti in arrivo su tutto l’anno, è però un’occasione imperdibile. Per coprire i costi dei grandi eventi ma non solo. E così già su via della Conciliazione, a poca distanza l’uno dall’altro, hanno aperto due locali, l’infopoint dell’anno santo, gestito dal dicastero per la Nuova evangelizzazione, e lo sportello della basilica di San Pietro. Nel primo si forniscono (gratis, ovviamente) tutte le informazioni per i pellegrini ma si possono anche comprare i gadget: oltre alla mascotte, una star dei social dal giorno del lancio, lo zaino del pellegrino, borracce, tazze, portachiavi – acquistabili anche online – e poi rosari, libri sui santuari, anche il calendario di frate Indovino. I gadget sono gestiti da Stegip 4 Communication, azienda di branding e merchandising. Poco più in là, nell’ officialareadella basilica vaticana, si possono acquistare altri gadget e prenotare visite guidate, arricchite da un percorso immersivo realizzato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale.Se supporters e finanziatori ufficiali sono elencati sul sito del giubileo (Unipol, Deloitte, Drivalia, Urban vision, WindTre, Secure Future Group, EniLive, Lc Mobili, Beko Europe), a piazza San Pietro ci sono altre due novità. Con le sue eleganti vetrate spicca il nuovo ufficio filatelico, che ha sostituito quello che sembrava il container di un cantiere, dove trovare i famosi francobolli vaticani. Sotto il braccio di Carlo Magno ha aperto una parafarmacia vaticana: e così dopo aver passato la porta santa si possono acquistare tisane, liquori di anice o china, esclusivi antidolorifici americani, nonché due profumi creati espressamente per il Giubileo, Nardo e Giglio. A Castel Gandolfo, intanto, si stanno ultimando i lavori per aprire un “villaggio ecologico”, con una grande serra avveniristica a forma di San Pietro, che sorgerà dentro i giardini delle ville pontificie. Sebbene a svariati chilometri da Roma, si attende l’afflusso di almeno un milione di turisti.Il Giubileo, ad ogni modo, è solo un acceleratore, la raccolta fondi è una sfida di più lungo periodo. «Dovremo fare ancora un po’ più di disciplina sui soldi», ha detto Francesco quando ha ricevuto i membri del dicastero per la Comunicazione: «Voi dovete trovare il modo di risparmiare di più e cercare altri fondi, perché la Santa Sede non può continuare ad aiutarvi come adesso». Oltretevere la raccolta delle offerte è un’arte plasmata nei secoli che ora si rinnova. Per inviare l’Obolo di San Pietro basta un clic tramite Paypal. Ma a Roma non arrivano solo piccole cifre. Poco noti al grande pubblico, i Patrons of the Arts convogliano ogni anno attorno ai cinque milioni di dollari di donazioni di benefattori, non di rado statunitensi, desiderosi di associare il proprio nome al restauro di qualche preziosa opera conservata nei Musei vaticani. Quanto ai musei del Papa, la speranza è che il Giubileo porti un picco di visitatori. Ma per chi presenta una lettera firmata dal parroco c’è la tariffa ridotta pellegrinaggi: fundraising sì, ma con clemenza.