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 2025  gennaio 28 Martedì calendario

A Milano Volvo si racconta in musica

Fra due anni la svedese Volvo festeggerà il primo secolo di vita. Sicuramente un evento importante nell’era della transizione energetica che vede molti nuovi protagonisti in campo, attratti della motorizzazione elettrica e dalle meraviglie della mobilità del futuro. In questa fase, caratterizzata da una tecnologia raffinata e dall’intelligenza artificiale, tornano a fare la differenza valori come l’heritage e la tradizione, spesso legati alla nazionalità dei vari brand e capaci di influenzare le diverse filosofie costruttive.Tornano quindi sotto i riflettori le radici e la storia dei costruttori, alcune delle quali già in passato hanno fatto la differenza. La casa di Goterborg può contare a Milano sul Volvo Studio, un formidabile punto di aggregazione che ha brindato ai sette anni di attività ed è stato recentemente ampliato diventando sempre più un luogo cult per i risvolti della sostenibilità e vero punto di riferimento culturale per la città della moda e del design.
Ebbene, proprio la magica atmosfera del Volvo Studio, che ha aperto la strada a diverse iniziative dello stesso tenore anche all’estero, è stata il palcoscenico ideale per ospitare “Drive My Song”, una rassegna in sei appuntamenti recentemente conclusa suscitando un grande interesse. Musicisti di altissimo livello hanno animato altrettante serate che ricordavano un particolare decennio del secolo scorso, abbinando la musica del tempo con un modello Volvo particolarmente significativo. Chiara Angeli, Head of Commercial Operations Volvo Car Italia e responsabile delle attività dello “Studio”, ha illustrato le particolarità dell’iniziativa: «Le nostre sono da sempre auto da viaggio. Simboleggiano la condivisione, la convivialità e hanno attraversato le diverse epoche aggiungendo sempre un elemento di stile o una soluzione tecnica che ha rivoluzionato il modo di muoversi, in tema di sicurezza, comfort o ridotto impatto ambientale. Ma, al di là dell’evoluzione, c’è un elemento connaturato al viaggio che non è mai passato di moda: la musica. Certo, diversa con il passare degli anni, ma sempre presente in abitacolo ad accompagnare i chilometri percorsi. Dato che la musica è di casa al Volvo Studio, ci è parsa la più logica delle cose affidare all’evoluzione degli stili musicali che si sono succeduti nelle diverse epoche il racconto di come sono cambiate nel tempo le auto, in particolare le nostre Volvo». Stella del primo concerto, sulle note swing degli anni Quaranta eseguite dal vivo da The Blind Rats di Simone “Sugar Daddy” Caputo, è stata la VP444. Uno dei primi modelli del marchio nacque in piena guerra, con l’obiettivo di ridurre le dimensioni per risparmiare sui materiali.AMAZON IN CALIFORNIAAll’inizio si poteva avere soltanto nera. I piani di produzione parlavano di raggiungere gli 8 mila esemplari, fino al 1958 ne furono sfornati 200 mila. L’auto sbarcò a Los Angeles per conquistare gli Stati Uniti e portò il brand al secondo posto fra quelli importati in California. Il decennio successivo, gli anni Cinquanta, sono dedicati alla P121 Amazon sulla musica rock dei Firebirds. Il modello ha lasciato un segno profondo. Prima vettura della casa ad essere disponibile con la nascente carrozzeria station wagon che tanto successo ebbe in futuro, l’Amazon fù disegnata del giovane ventiseienne Jan Wilsgaard che poi rimase a lungo a capo del Design Volvo. Fu anche uno dei primi modelli equipaggiati con le cinture di sicurezza a tre punti, un’invenzione tutta fatta in casa. Gli anni Sessanta vedono come regina la VP544, un pesante aggiornamento della VP444 che è stata accompagnata dai Bluebeaters. Finalmente parabrezza in un pezzo unico, l’auto entrò nella storia il 13 agosto 1959, era un giovedì, quando fu consegnata al cliente la prima vettura di serie con le cinture a tre punti frutto del genio di Nils Bohlin, un ingegnere della Volvo. Il dispositivo è considerato tuttora la principale dotazione salvavita senza la quale anche gli airbag possono ben poco.La 544 ebbe anche un’avvincente carriera sportiva: nell’aprile del 1965 riuscì a conquistare il prestigioso Safari Rally in Kenia con i fratelli indiani Singh nell’abitacolo. Negli anni Settanta è la volta dell’auto dei record, la 140, presentata dalle note del gruppo italiano London 69 che si ispira ai Beatles. Rimase in produzione fino al 74, fu prodotta in oltre un milione di esemplari e impose definitivamente la versione wagon. I due decenni più recenti sono dedicati alla 240, sul palcoscenico con Recall Madame X, ed alla 850, accompagnata dall’esibizione dal vivo di Dave Rowntree. Intanto il Volvo Studio è pronto ad ospitare il 10 febbraio la prossima tappa dell’evoluzione Volvo, il lancio della EX30 Cross Country direttamente da una baita in Lapponia, una vettura elettrica a pieno contatto con la natura.