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 2025  gennaio 28 Martedì calendario

Dossieraggi, l’inchiesta torna a Roma


ROMA – L’indagine sugli accessi abusivi e i dossieraggi interni alla Direzione Nazionale Antimafia ritornerà dove tutto è cominciato: a Roma. Parola del tribunale del riesame di Perugia, che ha seguito le orme dei principi stabiliti prima dalla Cassazione e poi dal gip umbro: i magistrati della Dna devono essere giudicati nella Capitale. E visto che l’indagine coinvolge sia il finanziere Pasquale Striano che l’ex sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati, i fascicoli verranno impacchettati e spediti dove erano partiti un anno fa.Un flipper che non giova all’accertamento dei reati contestati. Ancora una volta infatti un magistrato dovrà esaminare l’incartamento e anche se i fatti restano gli stessi, le valutazioni potrebbero cambiare dilatando i tempi di un’indagine che damesi è sostanzialmente ferma.Almeno adesso non sembrano esserci ostacoli all’orizzonte. Anche il dilemma su eventuali misure cautelari da adottare è stato risolto, visto che il tribunale del riesame ha rigettato la richiesta di arresto per Striano e Laudati. Per i pm c’è il rischio che inquinino le indagini. Per i giudici no. Hanno spiegato infatti che Laudati è ormai in pensione e che non commette un accesso telematico “sospetto” da oltre un anno.Poco importa se l’accusa ritiene che possa contare su una «consolidata rete di amicizie pronte a fornirgli aiuto anche attraverso accessi ai sistemi informatici». O a informarlo, come già accaduto, delle riunioni in merito all’indagine che lo riguarda. O che abbia mandato la sua versione dei fatti a magistrati, ministri, professori, dirigenti della polizia, vertici dell’Aisi, dell’Uif della Banca d’Italia, ovvero a persone a dir poco influenti. Ormai è deciso: i due indagati non possono inquinare le indagini quindi sono liberi. Come richiesto dagli avvocati del magistrato, Andrea e Maria Elena Castaldo. e da quelli del finanziere, Tommaso Fusillo e Massimo Clemente, le cui istanze sono state accolte.Dunque i pm di Roma indagheranno su Laudati e Striano, accusati di aver effettuato accessi abusivi alle banche dati anche per vicende personali, per sbirciare nelle vite di circa 200 «personaggi del mondo dello spettacolo, ministri imprenditori, calciatori». Sono stati “rubati” migliaia di file: fascicoli riservati, archiviati, ancora in corso. E appare «inverosimile – aveva scritto l’accusa che Striano abbia potuto operare per compiacere» i giornalisti che lo compulsavano. Occorre individuare eventuali mandanti. E il compito spetta ai pm di Roma.