la Repubblica, 27 gennaio 2025
Arisa e il suo ritorno a Sanremo
ROMA – È una veterana del Festival di Sanremo. «Per me» racconta Arisa «rappresenta il sogno che si realizza.Sa quando da ragazzina sogni a occhi aperti e la spari grossa? “Prima o poi io canterò a Sanremo”. Un po’ come dire: “Sposerò il principe azzurro”».Il principe non l’ha sposato, ma Rosalba Pippa il festival l’ha vinto: nel 2009 nelle Nuove proposte con Sincerità e nel 2014, tra i Campioni (categoria in cui ha partecipato sei volte), con Controvento. Quest’anno nella serata delle cover duetterà con Irama sulle note di Say something di Christina Aguilera. Sul palco dell’Ariston è salita anche come co-conduttrice nel 2015 al fianco di Carlo Conti. Il 21 febbraio l’aspetta The voice senior su Rai 1 e a marzo il tour “Oltre confine”, cinque date tra Canada e America con Giuseppe Barbera (il 22 a Montreal, il 23 a Toronto, il 26 a Chicago, il 28 a Boston e il 29 ad Atlantic city).L’edizione indimenticabile del festival?«Sono tutte abbastanza memorabili ma direi la prima, nel 2009. Fu incredibile perché non me l’aspettavo che andasse così».La vittoria con “Sincerità” le stravolge la vita.«All’epoca non capivo come mai mi fermassero. Quando ho iniziato ero molto selvatica, un animaletto ignaro di tutti i meccanismi dello show business. A volte, quando la gente mi chiedeva l’autografo, rispondevo: “Ma cosa te ne fai?”».E l’anno in cui ha condotto il festival, invece, come andò?«Fu divertente, soprattutto perché ho osservato lo spettacolo da un altro punto di vista. Ho cantato, condotto, mi manca fare la direzione artistica».«Ha una voce composta e soave», disse il grande Lelio Luttazzi, con cui duettò nel 2009.«Mi piacque tantissimo come persona, era una delle leggende che vedevo a Blob. Lui, Renato Rascel, Walter Chiari, Mina, figure mitologiche dello spettacolo».Quest’anno fa coppia con Irama: cosa le piace di lui?«Lo vedo come una persona buona, un ragazzo molto serio che lavora e ha rispetto per il pubblico. Mi piace perché si è fatto da solo».Prepara il tour in Canada e in America. Cosa rappresenta?«Un grande risultato, è da tanto che desidero portare la mia musica oltreoceano. Un’occasione per mettere radici, anche se sono italiana in tutto. È bellissimo far conoscere le mie canzoni più belle».“Canta ancora”, colonna sonora del film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, è diventata un inno contro il bullismo.«È un grande onore per me. Mi ha fatto credere nuovamente che la bellezza abbia una possibilità. Andare alla ricerca del bello, e non del business, non deve spaventarci. Ci sono tanti cuori aperti».In fondo “Canta ancora” vuol dire non arrenderti mai?«Sì. Noi donne siamo esseri sensibili che per stare a galla – e ottenere poco poco – devono dare tanto tanto.Siamo soggette all’ageismo, al giudizio di uomini che non ci trattano bene e non ci vogliono più. Bisogna mantenere un’integrità. Al di là del gradimento del prossimo, le donne riescono a fare magie».Il giudizio maschile ha pesato?«La società dice che le donne devono avere tutto: bellezza, carriera, figli. Spesso mi sono sentita disarmata e impotente di fronte alla mia normalità. Devi essere centrata, non passare la vita pensando di piacere a qualcuno. Sono una persona normale che ha avuto un percorso straordinario. Auguro alle donne che faticano di trovare piccole gratificazioni per sentirsi speciali».Ha detto: «Ho sempre avuto l’ansia di essere, invece adesso mi sento che come tutti ho il mio valore e quindi non si tratta di promuoversi ma di non autosabotarsi, che è diverso. Voglio solo essere tranquilla». Ci è riuscita?«Ho provato a non autosabotarmi, ma tendo spesso ad andare incontro a persone che sono un po’ sabotanti.Adesso mi tiro indietro prima, non voglio più perdere tempo. Ho 42 anni, ho molto più bisogno di ascoltare discorsi sensati».Ora è innamorata?«No. Ho provato a lasciarmi andare all’amore ma è una prezzo troppo alto da pagare. Deve essere corrisposto, all’insegna del rispetto, del volersi davvero bene. Molto difficile da trovare in una coppia. Più facile concentrarsi sull’amore per i genitori o gli animali. Sono in una fase in cui voglio ricevere».Torna a “The voice”, un successo. Cos’è vincente?«La grande armonia, l’umanità. Loredana Bertè è una persona splendida, ha fatto il giro del mondo e ritorno, ha un’umanità pazzesca dovuta anche alle sofferenze che ha vissuto. È empatica. Come Gigi e Clementino: sono fiera di fare parte del programma».Le piace fare il coach?«Molto. Affianchiamo i concorrenti, specie nel caso diThe voice senior si danno una chance per avere uno scopo piccolo piccolo nella vita. Per loro rappresenta una cosa grande che negli anni non sono riusciti a realizzare. Sono in gamba, si sono sacrificati. Pensiamo che la vita sia tutta una manicure o un vestito all’ultima moda, è piena di gente che cambia i piani per gli altri».È successo anche a lei?«Ciclicamente cerco di mettermi da parte perché chi amo possa essere felice. I miei genitori, le persone a cui tengo di più al mondo, stanno ancora insieme dopo tanti anni, percorsi tortuosi, malattie serie. Ci hanno permesso di fare le nostre vite. Sono molto grata per questo».