Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  gennaio 27 Lunedì calendario

Il ricatto della Bielorussi all’Europa


Il governo di Varsavia ha già avvertito i partner dell’Unione europea: dopo il voto in Bielorussia bisogna aspettarsi una nuova ondata di migranti in arrivo ai confini con Polonia, Lettonia e Lituania. Anche per questo il primo ministro Donald Tusk ha comunicato a Bruxelles l’intenzione di sospendere temporaneamente l’applicazione delle regole Ue sull’asilo. «Stiamo affrontando una guerra ibrida attiva, le cui conseguenze colpiscono l’intera Europa – spiegano dal ministero dell’Interno polacco -. Russia e Bielorussia sono determinate a continuare queste attività. L’immigrazione incontrollata nell’Unione Europea attraverso il confine polacco-bielorusso metterebbe a repentaglio la sicurezza interna dell’intera Ue, nonché la libertà di viaggio dei cittadini Ue nell’area Schengen». Il tema delle “minacce ibride” questa mattina sarà al centro della colazione tra i 27 ministri degli Esteri, anche alla luce del voto in Bielorussia, mentre giovedì i ministri dell’Interno affronteranno il tema dal punto di vista della gestione dei flussi migratori.Dopo aver costruito al confine una cancellata lunga 186 chilometri e alta cinque metri, rinforzata con una “barriera elettronica” fatta di sensori e telecamere, il governo polacco rivendica la linea dura, nonostante le denunce delle associazioni umanitarie per i respingimenti e per i metodi poco in linea con il rispetto dei diritti dei migranti. «Negli ultimi mesi abbiamo registrato un calo degli arrivi – spiega il generale Arkadiusz Szkutnik, comandante della task force dell’esercito polacco che presidia il confine con la Bielorussia – ma a partire dal mese di marzo ci attendiamo una ripresa degli attraversamenti illegali».Nel corso del 2024 le autorità polacche hanno intercettato 29.707 tentativi di entrare nel Paese dalla Bielorussia (il picco c’è stato nel mese di maggio con una media di 229 arrivi al giorno), un numero in aumento rispetto ai 26 mila dell’anno precedente e ai 15.597 del 2022, ma comunque meno dei 37.833 del 2021, l’anno in cui tutto è cominciato.Le elezioni di cinque anni fa in Bielorussia – considerate dall’Ue “una farsa” come quelle di ieri – avevano provocato la reazione dell’Unione europea, che aveva imposto una serie di sanzioni economiche, anche in seguito alla repressione nei confronti dei manifestanti. In risposta, il 26 maggio del 2021 il governo guidato da Alexsandr Lukashenko aveva dato il via alla cosiddetta operazione “Sluza”, che vuol dire “serratura”, per creare quella che le autorità polacche definiscono «una rotta migratoria artificiale creata deliberatamente per lanciare un attacco ibrido». Artificiale perché i migranti che tentano di attraversare il confine arrivano da Paesi distanti migliaia di chilometri. Nel 2024 quelli provenienti dal Corno d’Africa (soprattutto Etiopia, Eritrea e Somalia) hanno superato gli arrivi da Iraq, Afghanistan e Siria. Ma nei registri della polizia polacca sono annotate 51 nazionalità: arrivano, tra gli altri Paesi, anche dal Chad, dal Mali, dal Congo, dal Pakistan e dalla Papua Nuova Guinea.Le autorità polacche spiegano che i migranti arrivano nel gelo della foresta bielorussa grazie a un sistema strutturato messo in piedi dalle autorità di Minsk, in collaborazione con le compagnie aeree e i tour operator del Paese. Alcune intercettazioni pubblicate nei giorni scorsi dalla testata Politico, ottenute tramite ex membri dei servizi di sicurezza bielorussi, sembrano confermare questa accusa. I migranti arrivano in aereo a Minsk da diversi aeroporti, tra cui Istanbul, Damasco, Baghdad o Amman, oppure via strada dopo essere sbarcati a Mosca. «In tasca hanno spesso un visto russo da turista o da studente – assicura il colonnello Andrzej Stasiulewicz, vice-comandante della Guardia di Frontiera polacca -. In ogni tappa c’è un autista o una guida che li aspetta e che organizza la tratta. Ogni migrante paga una cifra tra gli ottomila e i dodicimila euro per il viaggio, pacchetto completo».Spesso il servizio prevede anche il trasferimento via auto dalla Polonia verso altri Stati membri dell’Unione europea e in particolare la Germania. Negli ultimi quattro anni gli agenti polacchi hanno arrestato quasi duemila “passeur” e in cima alla lista delle nazionalità dei criminali coinvolti nei trasferimenti ci sono cittadini ucraini: un business iniziato prima dell’invasione russa, ma che è continuato come se nulla fosse anche dopo.