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 2025  gennaio 27 Lunedì calendario

Vasco Rossi tra i roghi di Los Angeles


Si è definito «non-inviato» e con «un paio di occhiali scuri», è partito per vedere, documentare, raccontare dal vivo la «sua» Los Angeles divorata dalle fiamme. «Cercherò di dare una mano a chi ha perso tutto!». E così è stato. Vasco Rossi, quattro giorni fa, è volato in California, dove ha una seconda casa e uno studio di registrazione, per portare il suo aiuto a chi è rimasto senza abitazione per i roghi che hanno devastato diverse zone della metropoli.
Morti, feriti, sfollati e migliaia di edifici distrutti. Fin da subito l’inarrestabile inferno scoppiato nella città degli Angeli aveva allarmato l’artista modenese, in particolare dopo la notizia della distruzione del suo ristorante del cuore, il Moonshadows, a Malibù, per il quale ha deciso di lanciare una raccolta fondi per aiutare gli 80 dipendenti senza più un lavoro.
E così, tra storie e post sui social con migliaia di interazioni anche di colleghi vip, ha raccontato, e racconta, quella parte di California trasformata dalle fiamme in un inferno. A rischio anche la sua villa. Tanto che, ha spiegato, appena atterrato ha vissuto la prima emergenza. La sua project manager americana Marina gli ha chiesto di tornare subito indietro. Un nuovo rogo, scoppiato all’interno del Griffith Park, in poco tempo avrebbe potuto raggiungere proprio la sua abitazione e lo studio di registrazione. «Rimango sbalordito, non capisco... quindi la chiamo» scrive il cantante sui social: «Mi risponde agitatissima e mi comunica che aveva visto le fiamme. Lei e Lukas (il suo sound engineer, ndr) sono corsi a raccogliere le cose più importanti e preziose: lei gli animali, lui i dischi di backup di tutti i lavori dello studio, per caricarli sulle loro auto». «Per fortuna – continua Vasco – sono arrivati subito i vigili del fuoco che hanno immediatamente arginato le fiamme e spento l’inizio di un incendio». Dopo una «dormita», occhiali da sole e telefonino, ha rassicurato i fan: «Sto bene». A rompere il silenzio spettrale del paesaggio infernale le sirene dei pompieri, le urla di una donna che cerca di spegnere un piccolo rogo e le parole di Vasco che ripercorrono quei momenti strazianti.
«Qui sembra il deserto dei Tartari», dice cercando a tratti di sdrammatizzare con un pizzico di ironia. «La paranoia e la paura di incendi sulle colline sono ancora molto alte – riprende il racconto —. Nell’aria si sente ancora odore di fumo... o forse è una sensazione, chissà. Alcuni in giro indossano la mascherina. Io comunque ho cominciato i miei allenamenti in quota».
Pochi giorni fa, l’appello rivolto ai suoi fan per raccogliere fondi a favore del ristorante Moonshadows, distrutto l’8 gennaio dagli incendi. Dal 2000 il locale è di proprietà di due veneti, Rodolfo Costella originario di Codognè (Treviso) e Andrea Bullo originario di Murano (Venezia). Entrambi suoi amici