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 2025  gennaio 26 Domenica calendario

Che magia Dostoevskij nuovo idolo dei ragazzi


La prima reazione è di stupore: «Ma veramente? Le ragazze e i ragazzi leggono Dostoevskij?E lo leggono nell’edizione di carta?». La slavista Serena Vitale – ha insegnato letteratura russa all’università per 45 anni e ha tradotto i più grandi, da Nabokov a Mandel’stam, da Puskin a Brodskij e Cvetaeva – i social non sa nemmeno cosa siano. Non li usa e non li bazzica e un po’ le fanno paura. Ma la passione del Booktok per uno degli autori russi che più ha amato la incuriosisce. Il 2024 è stato l’anno di Dostoevskij: il suo Le notti bianche è stato il classico più venduto da Penguin, editore leader nei mercati anglosassoni (50 mila copie). E basta fare un giro sulla piattaforma per scovare centinaia di video di giovanissime lettrici, e qualche lettore, che raccontano la loro passione per lo scrittore de L’idiota e diDelitto e castigo.L’hashtag #fedordostoevskij è citato in almeno 12 mila video anche sul Booktok italiano. Grazie soprattutto aLe notti bianche. Ma non soltanto.Vitale come se lo spiega?«Le notti bianche ha due caratteristiche: è breve e parla d’amore. Diciamo che si può leggere come un romance. Ma spero che non leggano solo questo titolo, che pure adoro. C’è tanto altro da esplorare».Lei ha scritto saggi e monografie, ha curato tantissime opere anche di Dostoevskij. Come descriverebbe “Le notti bianche”?«Intanto, per me che le ho vissute, le notti bianche sono un fenomeno meteorologico straordinario: questo cielo inondato di luce in piena notte è un miracolo. Anche io passavo ore a camminare per godermi lo spettacolo. Il romanzo breve di Dostoevskij è una storia d’amore: c’è un sognatore, lo stesso sognatore che torna in altre opere dello scrittore, e c’è una giovane donna. I due si incontrano in questo chiarore notturno e parlano, innamorandosi. La storia non ha un lieto fine ma è piena di dolcezza e di malinconia».Una storia d’amore ma anche un romanzo sulla solitudine.«Sì e questo mi fa riflettere: quando penso a questi ragazzi dietro agli schermi dei cellulari mi viene in mente proprio la solitudine. E anche la fame d’amore che abita il nostro tempo».Vitale chiede, si informa. Vuole provare a capire: «Leggono per imitazione? Perché qualcuno per primo glielo ha consigliato?». Si domanda dove li porterà questa passione: è solo un momento? Ma quando sente che sul Booktok consigliano anche Delitto e castigosi rincuora. «Che romanzo!».Cosa la conquista di “Delitto e castigo”?«Tutto. La lingua, questa Pietroburgo sordida. E poi Raskol’nikov. Anche lui è un sognatore. Sì, si macchia di un delitto – posso dirlo o è spoiler (ride)?— ma tutta la seconda parteè la storia della sua redenzione.Raskol’nikov è un assassino che finisce con l’essere simpatico, ti viene da dirgli “scappa, nasconditi”. Ma è questo il rapporto che bisogna avere con la letteratura: viverla, anche parlando da soli e facendosi prendere per matti dai genitori. Ecco, quello che io spero è che per i giovani Le notti bianche sia un trampolino verso i capolavori della letteratura russa».Quali consiglierebbe?«Non Tolstoj, intendiamoci stupendo. Ma troppo lungo.Sicuramente Delitto e castigo e poi perché non leggere i meravigliosi racconti di Cechov. Molti sono anche da ridere. Oppure, se siamo in cerca d’amore, perché non cercare alla voce Turgenev? O Il dono di Nabokov, magari anche leggendo qualche capitolo per poi ritornarci».Vitale, qual è il segreto della letteratura russa?«Eh, questa è una grande domanda alla quale credo nessuno sia ancora riuscito a rispondere. Di certo c’è un potenziale di creatività in questo Paese che adesso viene distrutto e umiliato; un Paese che per motivi sconosciuti ha dato al mondo Dostoevskij, Cechov, Tolstoj, Pasternak, Cvetaeva, Brodskij che sto traducendo, e altri che sono tra i più grandi».Cosa dobbiamo cercare in un romanzo? Cosa devono cercare i ragazzi?«Una scrittura meravigliosa e un argomento interessante».I russi, certo, sono complessi. Abbiamo bisogno di complessità?«Lo so, lo so che sono complessi. Sto scrivendo un libro e sto facendo l’elenco dei nomi quasi scusandomi che siano così tanti. Ma sì, tornare alla complessità in questa epoca è importante. Ci sono cose da leggere, da fare: scrivere un riassunto di un libro, confrontarsi con gli altri e litigarci magari parlando di un personaggio».Cos’è per lei la letteratura?«È sogno. Quando traduco e non trovo la parola giusta, magari ci giro intorno per ore, poi ecco la notte e la parola arriva. Perché la letteratura, la poesia hanno a che fare con il sogno. E noi i sogni non dobbiamo perderli».