Avvenire, 26 gennaio 2025
Solo sull’aborto Trump non si isola
Ha chiuso la sua prima, frenetica, settimana di lavoro licenziando 17 ispettori di agenzie governative americane, incaricati di vigilare su abusi e illeciti all’interno dell’Amministrazione federale. Un segno forse che Donald Trump vuole avere mano libera per governare a suon di ordini esecutivi a raffica.
L’ultimo in ordine di tempo, venerdì in tarda serata, ha ordinato un taglio ai fondi federali destinati a finanziare o promuovere gli aborti volontari. Il nuovo presidente ha specificamente revocato due misure promosse da Joe Biden. Una risale a luglio 2022, un mese dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva annullato le tutele federali sull’aborto in vigore dal 1973, lasciando le decisioni politiche agli Stati. Da allora, l’aborto è illegale o severamente limitato in 23 dei 50 Stati Usa. L’ordinanza del democratico sottolineava che il governo federale doveva adottare misure per proteggere la fornitura di servizi sanitari e promuovere l’accesso all’aborto. Il suo secondo decreto, datato agosto 2022, seguiva la stessa linea. Trump li ha sostituiti con un ordine esecutivo che istruisce il direttore dell’Ufficio di gestione e bilancio a emanare linee guida ai responsabili dei dipartimenti esecutivi e delle agenzie per impedire che i soli dei contribuenti siano usati, direttamente o indirettamente, per le interruzioni di gravidanza.
Con un’altra firma Trump venerdì ha anche sancito l’adesione degli Stati aderire a un patto internazionale contro il “diritto all’aborto”, presentato durante il primo mandato del tycoon ma successivamente respinta da Joe Biden. «L’Amministrazione Trump è impegnata a sostenere le famiglie, promuovere la salute delle donne e proteggere i bambini in ogni fase della vita”, ha affermato il segretario di Stato Marco Rubio, nel giorno della Marcia della vita a Washington. Tra gli altri 34 firmatari della dichiarazione di consenso di Ginevra, che impegna a respingere qualsiasi pressione ad assecondare o agevolare i «diritti riproduttivi», ci sono Arabia Saudita, Ungheria, Polonia, Pakistan, Egitto ed oltre venti nazioni africane. È un passo in controtendenza rispetto alle decisioni isolazionistiche prese da Trump non appena insediato di abbandonare intese internazionali come l’accordo di Parigi sul clima e l’Organizzazione mondiale della sanità. Trump ha anche firmato un ordine che ripristina la politica di Città del Messico, che proibisce l’assegnazione di fondi federali a organizzazioni non governative straniere che eseguono o praticano aborti. Dal 1984 questa decisione è stata alternativamente eliminata da ogni presidente democratico e reintrodotta da ogni repubblicano.
Tutti i gesti di Trump in difesa del nascituro sono stati accolti con entusiasmo dai circa 150mila partecipanti alla Marcia per la Vita che ha sfilato a Washington venerdì sera. In un video ai manifestanti, Trump ha promesso di sostenere le loro iniziative: «Nel mio secondo mandato, difenderemo ancora una volta con orgoglio le famiglie e i diritti dei nascituri, proteggendoli dagli attacchi della sinistra radicale alle chiese», ha detto. La prima settimana alla Casa Bianca di Trump ha portato anche una lunga serie di misure contro l’immigrazione, che si sono concluse con la conferma, da parte dello “zar della frontiera” della nuova Amministrazione, Tom Homan, che Washington continuerà senza sosta «la più grande operazione di deportazione nella storia».
Homan ha assicurato che aerei militari continueranno a riportare i migranti nel loro Paese, trasformando in prassi quotidiana un utilizzo mai autorizzato finora dei cargo dell’esercito. Homan ha chiarito anche che gli ufficiali frontalieri sono ora liberi di arrestare ovun-que chiunque tra gli «oltre 11 milioni di immigrati senza status legale presenti nel Paese, non solo i criminali condannati». Tutte mosse, con le foto di migranti in catene distribuite dalla Casa Bianca che le hanno accompagnate, che hanno suscitato lo sdegno del presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, che è convinto che «un europeo, istintivamente dovrebbe irritarsi per l’umanesimo che viviamo» e ha lanciato un appello alla pietà come «un effetto del senso comune cristiano. Quando si perde la pietà si perde l’umanità».