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 2025  gennaio 26 Domenica calendario

Batterio killer delle arance minaccia 86mila ettari

ROMA Il nemico è alle porte e non si tratta di persone. E se arriva, non si può deportare. La minaccia si chiama greening, una malattia che colpisce gli aranceti facendo deperire le piante fino a farle morire. La causa è un batterio portato da insetti. Nelle Americhe e in Sud Africa ha già causato ingenti danni all’economia degli agrumi. Ma ora l’inserto vettore è stato intercettato nei più vicini Egitto e a Madeira, l’arcipelago sulla costa Nord-occidentale dell’Africa, regione autonoma del Portogallo. Nonostante il grido d’allarme lanciato da tempo, a Bruxelles il problema è stato sottovalutato e così le associazioni dei maggiori produttori agrumicoli di Italia, Francia, Spagna e Portogallo si sono incontrare in Corsica per decidere le azioni di protesta. «Questa nuova preoccupazione non ci voleva sintetizza Gerardo Diana, presidente del Consorzio Arancia Rossa di Sicilia Igp perché siamo reduci da una estate faticosissima, con livelli di siccità tremendi che abbiamo affrontato con grande coraggio, dispendio di fondi e di energie, in alcuni casi non riuscendo a irrigare i campi».
Gli agrumicultori hanno dovuto razionalizzare l’uso dell’acqua, sacrificando ampi terreni per garantire la crescita delle piante di qualità e pezzatura migliore. Il governo come ha annunciato il sottosegretario all’Agricoltura Luigi D’Erano ha attivato 15 milioni di euro del Fondo di solidarietà nazionale a favore delle aziende colpite dalla siccità. «Il tema generale precisa Diana va affrontato però a livello europeo. Riguarda tutti i Paesi produttori. Dobbiamo sapere se l’Ue vuole difendere l’agricoltura e valorizzare il nostro comparto».I principali competitor sono Marocco, Sud Africa, Egitto, dove i costi di produzione sono irrisori. «Come minimo chiede Diana bisogna adottare criteri di reciprocità da quegli stessi Paesi che pretesero garanzie e imposero limitazioni a proposito della Xylella che ha colpito gli uliveti pugliesi». Secondo Diana la tutela delle coltivazioni di agrumi è di primaria importanza «perché offriamo un valore aggiunto in termini di fotosintesi e di tutela e manutenzione del territorio, operando in aree dove i boschi sono rari e la vegetazione soffre».La superficie coltivata ad arance in Italia, secondo i dati di Ismea, ammonta a circa 86mila ettari, con la Sicilia che da sola supera abbondantemente i 50mila ettari. La produzione dello scorso anno ha superato 1,6 milioni di tonnellate, a fronte di una produzione complessiva europea di 5,5 milioni.Un primo quadro della campagna in corso, l’ha fatto Fresh Plaza, rilevando che «dapprima la siccità prolungata ha determinato calibri piccoli rispetto agli standard. Poi, in autunno, le piogge torrenziali hanno causato in alcuni casi marciume sui frutti».Ovviamente non in tutti gli areali produttivi. La produzione delle arance di varietà Newhall, Washington Navel, Powell, Lane Late ha avuto inizio nel mese di novembre e finirà indicativamente a giugno, mentre quella delle arance rosse Moro, Tarocco Sant’Alfio, Tarocco Meli ha visto i primi stacchi a fine dicembre/inizio gennaio e si fermerà grossomodo a maggio.
Per quanto riguarda i prezzi, i produttori non si lamentano. Secondo le rilevazioni di venerdì della «Borsa della spesa» redatta da Bmti (che fa capo alle Camere di Commercio) e da Italmercati (la rete nazionale dei mercati generali presieduta dal romano Fabio Massimo Pallottini) mediamente «i prezzi all’ingrosso del prodotto a calibro piccolo, variano intorno a 0,90 euro/Kg per le arance bionde, mentre le Tarocco sono disponibili a 1,20 euro/kg».«La produzione di arance precisa l’analisi di Bmti-Italmercati – prosegue regolarmente con l’entrata della varietà bionda Washington Navel e rosse, con la varietà Tarocco. Per le arance, sono presenti soprattutto frutti di piccole dimensioni, poiché le temperature al di sopra della media registrate lo scorso autunno, hanno impattato negativamente sulla maturazione di questo frutto». In tema di agrumi, restano contenuti i prezzi medi ai mercati generali dei mandarini (intorno a 1,40 euro/Kg) e delle clementine (intorno a 1,20 euro/kg le più piccole, fino a 1,70 euro/kg le più grandi).