La Stampa, 25 gennaio 2025
Pedofilia, le scuse pubbliche del vescovo di Bolzano
Il tono e le parole sono drammatici e carichi di angoscia. «Chiedo perdono alle persone coinvolte, alle comunità parrocchiali e ai fedeli e sottolineo che la perizia commissionata non è un punto di arrivo, ma un mandato per continuare a lavorare con tutta la determinazione possibile». È il mea culpa del vescovo di Bolzano e Bressanone, Ivo Muser, dopo il rapporto sugli abusi nella Chiesa altoatesina presentato lunedì scorso. Dall’indagine – la prima del genere in Italia – dello studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl di Monaco di Baviera sono emersi 67 casi di violenze, 59 nei confronti di minori, avvenute in Alto Adige tra il 1964 e il 2023, da parte di 29 sacerdoti.Il Presule promette: «Mai più» situazioni di verificata o presunta molestia del clero saranno «chiuse» con un trasferimento del prete coinvolto. «Serve un cambiamento culturale», scandisce ai microfoni nel giorno di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, «perché fatti come questi potrebbero ricapitare, se noi, come è capitato, distogliamo lo sguardo». Il Pastore dichiara di assumersi «personalmente la responsabilità per le omissioni durante il mio periodo di episcopato (è in carica dal 2011, ndr), tra cui l’insufficiente controllo dei sacerdoti sospetti, la riluttanza nell’adottare chiare misure preventive nei confronti dei sacerdoti accusati e la documentazione carente nella gestione dei casi di abuso».Muser annuncia poi una serie di provvedimenti anti-pedofilia: ci sarà «il perseguimento coerente dei casi sospetti, attraverso un gruppo interdisciplinare di esperti, per esaminare con effetto immediato tutti i casi di sacerdoti accusati ancora in vita e proporre misure per i passi successivi da intraprendere». Un altro punto cardine è il rafforzamento del ruolo dirigenziale delle donne in ambito curiale.Nel frattempo il dossier riceve il plauso della Cei, tramite il segretario monsignor Giuseppe Baturi: «Lo studieremo». Il Prelato non vi trova «incompatibilita» con il lavoro del servizio ecclesiastico nazionale per la tutela dei minori: «Vedremo se altre iniziative possono accompagnare questa indagine, anche attraverso la collaborazione con le istituzioni pubbliche». E da via Aurelia, dopo l’inchiesta sugli anni 2020 e 2021, si confermano i lavori in corso per analizzare i 613 fascicoli con accuse di abusi del clero depositati dalle diocesi al Dicastero per la Dottrina della Fede dal 2000