La Stampa, 25 gennaio 2025
L’idea di Franceschini è proprio stupida
Si stenta a credere che un uomo di grande esperienza come Franceschini, già segretario del Pd e a lungo ministro, possa davvero ritenere competitiva la proposta che, dopo un relativo periodo di silenzio, ha avanzato con “Repubblica” per il centrosinistra: marciare divisi per colpire uniti. In altre parole, rinunciare una volta e per tutte a costruire una coalizione dei diversi e impossibili da mettere insieme partiti dell’ex-Ulivo ed ex-Unione, per citare le due coalizioni che portarono Prodi alle vittorie del 1996 e 2006. Prendere atto che le differenze non sono componibili. Correre separati nel voto del 2027, stabilendo un accordo minimo per i collegi uninominali, che eleggono un terzo dei parlamentari, e per il resto rinviando a dopo i risultati un accordo di governo, un po’ come avveniva nella Prima Repubblica ai tempi del proporzionale.Franceschini, chiaramente pessimista sulle capacità di Schlein di concretizzare la propria volontà unitaria, non considera il fatto che gli elettori si troverebbero a scegliere tra un’alleanza, il centrodestra, fondata su un patto che regge da più di trent’anni – un uomo, attualmente una donna, un programma una coalizione – e su un’esperienza di governo fin qui considerata positivamente dai cittadini. Mentre dall’altro lato ci sarebbe la famosa “accozzaglia” di partiti che non riescono a risolvere le divergenze, non sono in grado di esprimere un candidato/a per Palazzo Chigi e preferiscono correre ciascuno con il proprio leader. Con quale garanzia di risolvere dopo quel che si è rivelato insolubile prima, tolto il cosiddetto “cemento del potere”, la possibilità cioè di godere della spartizione delle poltrone, non è dato sapere.Pur appartenendo in pieno alla stagione del maggioritario e della Seconda Repubblica, Franceschini, 66 anni, ha fatto in tempo a frequentare il movimento giovanile della Dc, a conoscere da vicino “mostri sacri” come Andreotti, Fanfani, Forlani, De Mita, protagonisti della stagione di un potere immutabile per molti decenni. Forse dovrebbe ricordarsi che tra vari aspetti di un periodo che non solo lui comincia a rimpiangere, c’era quello dell’instabilità dei governi, che duravano mediamente otto-nove mesi. Altro fattore che ai giorni nostri finirebbe col giocare a favore del centrodestra.