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 2025  gennaio 25 Sabato calendario

Perché non dobbiamo uscire dall’Oms

C’è un aspetto fondamentale dell’attività dell’Organizzazione mondiale della sanità che dovrebbe scoraggiare chi pensa di lasciarla: lavora per rimuovere ogni diseguaglianza tra i Paesi ad alto reddito e quelli a basso reddito.Perché un bene importante come la salute deve essere appannaggio di tutti, non solo di chi ha i soldi. L’agenzia delle Nazioni Unite è nata nel 1948, quindi subito dopo la guerra, e oggi ha 194 Stati membri e 800 centri collegati direttamente con la sua attività. Ha uno spettro d’azione estremamente ampio, perché promuove la salute dal concepimento fino alla morte. È un punto di riferimento per chi vuole aiutare i Paesi poveri, dove è presente con campagne di prevenzione e di informazione per la popolazione. Si tratta di strumenti utili anche per evitare la propagazione di focolai di malattie infettive e in generale di emergenze sanitarie e per coordinare gli altri Paesi in caso di necessità. Spero quindi che della proposta italiana, una pessima idea, non se ne faccia nulla.Tra le altre cose, l’Oms redige la lista dei farmaci essenziali, aiuta cioè i vari Paesi a capire quali medicine sono davvero utili per i cittadini e quali non servono. Ha inoltre la forza di stare sempremolto vicina ai risultati della ricerca internazionale, perché è strettamente collegata con la scienza, non fa di testa sua.È un errore quello degli Stati Uniti di uscire, anche perché quel Paese è proprio una delle sedi fondamentali per la ricerca e lo sviluppo della scienza. Se vanno via loro, viene a mancare il principale produttore di scienza. In più, si darà adito alla Cina di entrare, se lo vorrà, in modo molto più importante all’interno dell’organizzazione. Già adesso è molto attiva, cerca di acquistare centri in zone economicamente importanti. Come noto, la Cina vuole espandersi in Africa e molti sono i progetti Oms nel continente.A questo punto, se Trump uscirà davvero, dovrebbe essere l’Unione Europea a dare un colpo di reni e dire: “Va bene, se gli Usa smettono di dare il loro contributo, i soldi ce li mettiamo noi”.Si è parlato molto, in modo anche critico, di come l’Oms ha lavorato durante la pandemia. Secondo me ha funzionato, pur con difficoltà. Grazie all’Organizzazione mondiale della sanità sono state fatte ispezioni in Cina, una cosa che nessun Paese da solo avrebbe potuto neanche immaginare. Certo, forse non ha capito tuttoquello che è successo da Wuhan in poi, ma ci ha provato, raccogliendo informazioni che altrimenti non avremmo avuto.Riguardo all’Italia, che conta molto poco dal punto di vista generale all’interno dell’organizzazione, ad esempio per quanto riguarda gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo, non dovrebbe pensare di uscire, perché avrebbe tutto l’interesse a rimanere e prendere vantaggio delle conoscenze che si possono acquisire dai tanti centri di ricerca collegati all’Oms. Tra l’altro abbiamo nostri rappresentanti nell’organizzazione e a Venezia c’è un ufficio dell’Organizzazione mondiale della sanità.Da quando sono arrivate prima la notizia di Trump che lavora perché gli Stati Uniti lascino l’Oms e poi quella di chi vorrebbe fare la stessa cosa anche nel nostro Paese, non ho trovato nessuno, nel mondo della medicina o della ricerca, che si trovasse d’accordo con questa linea. L’Oms non sarà perfetta, questo è sicuro, ma bisogna lavorare dall’interno per migliorarla, con l’aiuto di tutti.La soluzione non è certo andarsene.