Corriere della Sera, 25 gennaio 2025
Crolla un altro mito: i tedeschi «non sanno riciclare»
Tra le poche certezze, o se volete stereotipi fondati sulla Germania, c’è anche quello che vede i tedeschi campioni mondiali del riciclo. Ora, come la puntualità dei treni o lo stakanovismo intaccato dalle assenze per malattia, anche questo tratto popolare è messo in discussione: un serissimo rapporto del ministero dell’Ambiente, Uba, scrive che il 40% dei rifiuti sono riciclati male.
Chiunque abbia vissuto in Germania conosce l’importanza di questo obbligo sociale. E può raccontare come, da studente Erasmus, veniva terrorizzato perché metteva il tetrapack un po’ a caso o nella carta o nella plastica; raccontarvi di ospiti a cena che lo correggevano mentre gettava i resti nei bidoni o di vicini che l’aspettavano in giardino per fargli la ramanzina. Sono previste multe dai 10 agli 80 euro se non svolgi bene questo tuo dovere civico, e da maggio potrai essere punito anche se nell’umido metterai l’1% di materia inorganica.
Fatto sta che i tedeschi si sbagliano, sempre più. O forse sono solo confusi da quell’iper regolamentazione (la plastica, per dire, va lavata) che sembra soffocante perfino per loro e che è diventata la bestia nera da abbattere di molti programmi elettorali.
Eppure, la raccolta differenziata è veramente una conquista tedesca. Si deve a loro se sui packaging viene indicato dove buttare gli involucri, sono loro ad aver imposto le pattumiere differenti negli aeroporti di tutto il mondo. In testa a molte classifiche di parsimonioso uso di risorse, i tedeschi ottengono più ferro e alluminio – dice l’Uba – dal riciclo che non producendolo. Ma come sempre, fin dai tempi antichi, le discariche sono anche dei gran conservatori e misuratori di civiltà.
E così si scopre che, causa tagli ai bilanci pubblici, poiché sono state rimosse molte campane o «igloo», è diminuito il riciclo del vetro (era pressoché totale).
E che la raccolta della spazzatura (vetro escluso) è crollata dai 3 milioni di tonnellate del 2021 al 2,5 milioni del 2023. La recessione ha contratto anche i rifiuti.