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 2025  gennaio 25 Sabato calendario

Gli incroci e i conflitti tra i protagonisti dell’operazione in piazza Affari

L’offerta pubblica di scambio lanciata ieri sul Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca arriva nel momento in cui si è appena riaccesa la battaglia sulle Generali. Su fronti opposti si sono schierati, da una parte, la maggioranza del consiglio della compagnia e dall’altra Delfin e Caltagirone, azionisti rilevanti del Leone. Oggetto del contendere da parte di questi due soci è la nuova operazione disegnata dal ceo Philippe Donnet delle Generali, vale a dire l’aggregazione con i francesi del gruppo Bpce-Natixis nell’asset management per creare un campione con 1.800 miliardi di masse. I soci Caltagirone e Delfin hanno puntato il dito contro l’operazione, la velocità con cui è stata presentata, la mancanza di regole in caso di uscita di uno dei due azionisti e infine il timore che il progetto sposti all’estero il risparmio degli italiani. È chiaro che la partita Generali-Natixis nel risparmio gestito si incrocia con quella, altrettanto cruciale, per il rinnovo del cda. L’assemblea dell’8 maggio nominerà il board che guiderà il Leone nel prossimo triennio. Ed è qui che le due partite si intrecciano. I tempi per comporre una lista del cda sembrano ormai stretti per via delle incognite procedurali legate alla nuova Legge Capitali. È quindi probabile che si profilino liste contendenti: quella di Mediobanca e quella dei due grandi azionisti.•Luigi Lovaglio, ceo del Monte dei Paschi dal 2022, è un veterano del sistema bancario dove lavora da oltre 40 anni, la maggior parte dei quali dedicati a Unicredit per la quale ha guidato e fatto crescere in Polonia Bank Pekao. Ha poi guidato il Creval sul quale il Crédit Agricole aveva lanciato un’0pa. È stato protagonista del rilancio di Mps portando a conclusione un aumento di capitale da 2,5 miliardi. Durante il suo mandato, la banca ha subito una profonda trasformazione migliorando l’efficienza e il profilo di rischio, raddoppiando la redditività. La banca è tornata a distribuire dividendi.
•Dall’ottobre del 2008 Alberto Nagel è amministratore delegato di Mediobanca dove il banchiere è entrato nel 1991. Nell’ultimo ventennio Nagel ha dato avvio e progressiva-mente implementato il profondo processo di trasformazione che ha visto l’istituto trasformarsi da holding di partecipazioni a gruppo bancario diversificato nel wealth management, nel corporate e investment banking e nelle attività di credito al consumo. Poco più di un anno fa è stato protago-nista di uno scontro con Delfin e il suo presidente Francesco Milleri per il rinno-vo del cda di Mediobanca.
•Francesco Milleri è il presidente della cassaforte della famiglia Del Vecchio Delfin e presidente e ceo di EssilorLuxottica. Il fondatore della multinazionale degli occhiali, scomparso nel 2022, lo aveva scelto come suo delfino al vertice delle sue aziende ma anche nelle partite bancarie. Nelle istituzioni finanziarie Delfin ha partecipazioni del valore di oltre 9 miliardi attraverso Unicredit, Mediobanca e Generali. Al momento del rinnovo del cda di Piazzetta Cuccia a fine 2023 si è confrontato con il ceo Alberto Nagel sui pesi nella lista del cda.
•Francesco Gaetano Caltagirone è l’imprenditore dell’omonimo gruppo romano nelle costruzioni e infrastrutture, oltreché nell’editoria. Per le banche ha sempre avuto una grande passione. In passato era già stato azionista di Unicredit e poi del Monte dei Paschi, di cui è stato anche vicepresidente per poi uscire. In Mps è rientrato con la terza tranche di privatizzazioni a novembre ed è accreditato di una quota sopra il 5%. Di Mediobanca ha il 5,5% e il 6,4% di Generali con la quale è entrato in conflitto sull’operazione con Natixis nell’asset management.