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 2025  gennaio 24 Venerdì calendario

Perché gli scrittori non capiscono mai niente di politica, qui in Italia

Ieri ci domandavamo perché gli scrittori non capiscono mai niente di politica, qui in Italia. E la risposta è arrivata dall’America. Notoriamente molto più avanti di noi. 
È successo che, sfogliando i giornali, ci siamo imbattuti in una splendida intervista allo scrittore Richard Ford, anti-trumpiano ma con forti antipatie per Biden, il quale senzafanatismi dice che «gli scrittori americani non pensano che i loro libri abbiano una qualche influenza sul dibattito interno. Preferiamo affidare il compito di affrontare la politica agli specialisti». Che, a pensarci bene, in un tempo in cui anche i cretini sono specializzati, è il massimo dell’impegno politico.
Certo, loro hanno Richard Ford e noi Gianrico Carofiglio. Il primo ha cantato l’epica della classe media americana in romanzi da Pulitzer, il secondo parla con disprezzo a La7 della «provincia profonda americana», lui che è di Bari. Poi c’è Roberto Saviano, che su «X» paga 35 euro al mese di spunta blu a Elon Musk per dirgli che è un nazista. E infine la chat di intellettuali del Pd che ora cercherà di rovesciare Trump con WhatsApp.
Il guaio è che in Italia gli scrittori, convinti di aver qualche influenza sul dibattito interno, parlano in continuazione, parlano solo tra di loro e parlando si danno sempre ragione. Ma in realtà di politica non capiscono niente. Parole e pensieri basati su cose che non sono mai accadute o che devono ancora accadere. Cioè esattamente, guarda caso, quello che dovrebbe fare un grande romanzo. Che loro non sanno scrivere.