Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  gennaio 24 Venerdì calendario

Gli Houthi vogliono essere i nuovi Hezbollah

Gli Houthi vogliono essere i nuovi Hezbollah, contando sulla propria forza e la posizione geografica dello Yemen che consente loro di dominare l’ingresso meridionale del Mar Rosso. Una delle porte del commercio globale.
Fino all’assalto del 7 ottobre di Hamas, il movimento sciita aveva concentrato l’attività sul teatro locale usando mosse diplomatiche dilatorie e iniziative contro gli avversari più vicini: i governativi, i sauditi, gli Emirati. Una strategia resa possibile da una lunga esperienza guerresca unita al sostegno da parte dell’Iran e degli stessi Hezbollah libanesi come consiglieri. La presenza fissa di una nave per l’intelligence dei pasdaran davanti alle sue coste, un rifornimento continuo di sistemi iraniani a lungo raggio via mare, la collaborazione con altri gruppi hanno segnalato il rafforzamento all’interno del cosiddetto «Asse della resistenza». 
Quando è esploso il conflitto a Gaza gli Houthi sono entrati nella crisi iniziando a bersagliare sia lo Stato ebraico che il naviglio internazionale con l’eccezione di «scafi» russi e cinesi. Un centinaio gli agguati a cargo o petroliere, circa 40 i missili balistici e oltre 320 i droni-kamikaze impiegati solo contro Israele, ordigni in gran parte intercettati. Il primo gesto è stato il dirottamento della Galaxy Leader e la cattura del suo equipaggio, sequestro chiusosi giovedì con il rilascio degli ostaggi. 
La sfida ha portato a una doppia reazione. L’Idf ha condotto raid pesanti su basi e infrastrutture mentre una coalizione occidentale, di cui fa parte anche l’Italia con una sua unità, ha cercato di difendere i mercantili e nello stesso tempo ha effettuato raid. Gli esperti ritengono però che non sia sufficiente, anche se è altrettanto chiaro che l’Occidente non vuole avventurarsi in un conflitto. 
Gli stessi osservatori indicano come l’approccio finisca così per fare il gioco dei militanti. Primo perché gli attacchi subiti sono presentati come prova del «complotto» esterno. Secondo, i combattenti hanno un controllo totale, anche grazie alla repressione, sui loro «sudditi». Terzo, hanno la capacità d’incassare i fendenti. Quarto, continuano a studiare tattiche usando apparati diversi. Quinto, sono davvero convinti di poter rimpiazzare l’Hezbollah come simbolo politico e militare nonostante – e questo è il loro punto debole – siano periferici rispetto al cuore del Medio Oriente. Per ora non hanno poi la stessa presa che aveva il «partito di Dio», a cui si ispirano: in un recente discorso, il leader Abdelmalek al Houthi era davvero commosso nel ricordare Hassan Nasrallah, il capo Hezbollah ucciso da Israele. Per non fare la sua fine, i leader yemeniti hanno adottato contromisure: nascondigli protetti, eventi con la folla come scudo umano, dispersione per non dare riferimenti. 

Gli Houthi provano ad essere flessibili anche nel rapporto con gli ayatollah. Hanno bisogno della sponda iraniana ma non rinunciano ai loro obiettivi. Non sono semplici pedine e bisognerà seguire Teheran, dove muovono spinte diverse, tra fautori del dialogo e falchi: i secondi potrebbero «usare» gli yemeniti. 
L’altro focus è su Washington, con Donald Trump deciso a esercitare la «massima pressione» nei confronti dei mullah sul nucleare inasprendo le sanzioni e lasciando intendere che l’opzione bellica non è un’ipotesi remota. Un gioco dove ci sono bluff, atti concreti, schermaglie. In uno dei primi ordini esecutivi, il presidente ha ordinato di inserire di nuovo gli Houthi nella lista nera del terrorismo. Atto simbolico giudicato positivo da chi ritiene sia necessario non fare sconti alla milizia. Anche se, avvertono alcuni, gli Houthi potrebbero esibire la mossa americana come una medaglia al valore.