L’Adige, 24 gennaio 2025
Biografia di René Benko
Numero uno dell’associazione a delinquere individuata dalla procura di Trento pur mantenendo «un atteggiamento defilato», come hanno evidenziato gli investigatori, «non facendosi coinvolgere in prima persona nella gestione dei rapporti con le istituzioni e le autorità politiche». Imprenditore capace di muoversi agilmente fra i mega progetti italiani, nonostante la residenza in Austria e le numerose sue attività in altri stati. Di René Benko negli ultimi undici anni si è parlato tanto, anche se nella nostra regione il magnate è arrivato solo per gli incontri nei quali la sua presenza era indispensabile. Come nel 2013 quando a Bolzano presentò il Waltherpark, un nuovo quartiere nel cuore della città, fra la stazione ferroviaria e il centro storico, con l’ambizione di concluderlo in tre anni. Da astro nascente del settore immobiliare a tycoon riconosciuto a livello internazionale, il passo è stato breve. Veloce è stata anche questa sua caduta: da un patrimonio che 2022 ammontava a 5,9 miliardi di euro, all’arresto da parte delle autorità austriache per il crac miliardario del suo gruppo Signa, senza dimenticare le inchieste partite dall’Italia, dal Lussemburgo e dalla Germania. Luci ed ombre di René Benko, 48 anni nel maggio prossimo, uomo capace di raggiungere i molti obiettivi professionali che si era posto e che gli hanno assicurato un tenore di vita da vero magnate, compresa – tra le altre sue proprietà – una villa di lusso sul lago di Garda, a Sirmione, e il superyacht Roma, un panfilo lungo 62 metri in grado di ospitare 12 persone più 12 membri dell’equipaggio e dotato di cinema, palestra e piscina al coperto.Nato ad Innsbruck nel 1977, Benko è un “self-made man”, un uomo che ha costruito da sé il suo impero, arrivando ad essere uno degli uomini più ricchi d’Austria. Figlio di un impiegato comunale e di una educatrice, entra nel settore immobiliare da giovanissimo, a soli 17 anni, dopo aver lasciato la scuola. I suoi primi “azzardi” imprenditoriali riguardano le soffitte, che vengono da lui acquisite e ristrutturate per farne attici di classe destinati a persone che vogliono il lusso. Scommessa vinta: gli acquirenti ci sono. Benko alza quindi l’asticella e nel cuore di Innsbruck abbatte e ricostruisce con standard moderni il centro commerciale Tyrol. Nel 2004 nasce il fondo immobiliare Signa. La proposta evidentemente piace e attrae investitori. Vengono aperte sedi in Austria, Germania, Svizzera, Italia, Belgio, Repubblica Ceca e Lussemburgo. La società immobiliare e commerciale è segnata da numerose acquisizioni, tra cui la catena tedesca Karstadt nell’aprile 2013 e successivamente i grandi magazzini KaDeWe e Galeria. Nel suo portafoglio entra anche lo storico Hotel Bauer di Venezia, lussuoso cinque stelle sul Canal Grande. Benko riesce ad estendere il suo pacchetto di proprietà iconiche oltre oceano, nel 2019, con il Chrysler Building di New York. Investe in centri commerciali e in aree urbane, come a Bolzano, con la promessa di ridisegnare in tempi brevi il quartiere vicino alla stazione. «Voglio far decollare la città» aveva dichiarato in un’intervista all’Alto Adige, quando nel 2013 paragonava la sua idea del Waltherpark allo sviluppo del centro commerciale da lui ideato ad Innsbruck, parlando di un progetto a beneficio di tutto il cuore della città. Ma in dieci anni la situazione cambia. Nel post Covid crescono i costi di costruzione e dell’energia; inoltre l’aumento dei tassi di riferimento da parte delle banche centrali da settembre 2022 ha portato ad un aumento dei tassi di interesse. L’anno dopo il gruppo crolla. Il 29 novembre 2023 la Signa dichiara fallimento presso il Tribunale commerciale di Vienna per un debito di 10,3 miliardi di euro. Vengono messi in vendita, tra le altre proprietà, i “gioielli” di Benko a Venezia e a New York. Il magnate deve dire addio allo yatch e, da ieri, anche alla libertà