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 2025  gennaio 23 Giovedì calendario

L’export italiano in Usa

La volontà manifestata dal presidente americano Donald Trump di inasprire i dazi sui prodotti esportati dall’Europa avrebbe un impatto molto pesante sul mercato del Made in Italy. Gli Stati Uniti, infatti, sono il terzo partner commerciale dell’Italia, dopo Germania e Francia, con un interscambio di 93 miliardi di euro nel 2024. Se si tiene conto dell’export, i prodotti italiani venduti in America hanno raggiunto il valore di 66,4 miliardi, solo in Germania le esportazioni italiane vanno più forte, con un dato che nel 2023 ha registrato oltre 74 miliardi. Dopo l’allarme della Banca d’Italia che teme dalla stretta della Casa Bianca effetti significativi sulle aziende, Confartigianato ha calcolato che il calo dell’export italiano potrebbe arrivare a 11 miliardi: «L’imposizione di dazi addizionali, nelle ipotesi del 10% o del 20%, farebbe calare le nostre esportazioni del 4,3% o addirittura del 16,8%». La ricetta di Marco Granelli, il presidente degli artigiani, è puntare sull’alta qualità del Made in Italy: «Per le nostre imprese si apre una fase da affrontare intensificando gli sforzi per assicurare l’alta qualità della manifattura, arma vincente e distintiva che i mercati sanno riconoscere ed apprezzare».Seppur nei primi nove mesi del 2024 la fase congiunturale, caratterizzata da tensioni geopolitiche, abbia comunque ritardato la ripresa del commercio internazionale (-0,7%), con un rallentamento delle vendite anche sul mercato Usa, l’Italia risulta il primo esportatore negli Stati Uniti nei settori di micro e piccola impresa.Secondo i dati di Confartigianato, l’Italia è al primo posto tra i 27 paesi dell’Unione europea per i prodotti della moda con 5,1 miliardi di esportazioni, di cui 2,4 miliardi di euro di abbigliamento e 2,7 miliardi di pelli. Per i prodotti alimentari si registrano 4 miliardi di euro di vendite e 1,6 miliardi per i mobili. Inoltre, l’Italia è il primo esportatore europeo sia per la gioielleria, con 1,6 miliardi di euro di vendite nel mercato a stelle e strisce, sia nell’ambito delle pelli per le calzature con 1,4 miliardi di euro. A risentire di più delle possibili ripercussioni delle scelte protezionistiche della nuova amministrazione guidata da Trump, sarebbero proprio i settori con la maggiore presenza di micro e piccole imprese che nel 2024 hanno portato oltreoceano merci per quasi 18 miliardiDalla fotografia scattata dall’Istat nel 2023 emerge che la gran parte delle esportazioni italiane verso gli Usa proviene dalla Lombardia con 14,3 miliardi di euro; dall’Emilia-Romagna con 10,4 miliardi e dalla Toscana che si attesta a 9,1 miliardi. Seguono, al quarto, quinto e sesto posto, rispettivamente Veneto (7,6 miliardi), Piemonte (5,5 miliardi) e Liguria (3,4 miliardi). Chiude la classifica la Valle d’Aosta con 54 milioni di euro di prodotti venduti.Per quanto riguarda i risultati regionali del Piemonte nei primi nove mesi del 2024, il valore dell’export ha raggiunto i 3,7 miliardi di euro (-6,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Calano i prodotti chimici, autoveicoli e rimorchi ma crescono i mezzi di trasporto (materiale rotabile e barche), le bevande, il food e l’aerospazio.Nel 2024 il Made in Italy ha conquistato il mercato statunitense soprattutto con i prodotti farmaceutici (+19,5%), alimentari (+18%), apparecchi elettrici (+12,1%), macchinari (+3,7%), gomma, plastiche, ceramica, vetro (+3,2%). A novembre l’export di spumanti è cresciuto in volume del 41%, quello dei vini fermi imbottigliati del 17%, perciò l’Unione italiana vini chiede al governo «la massima attenzione nella gestione di un dossier che potrebbe rivelarsi decisivo per il futuro commerciale del vino».Confida nelle risorse delle imprese italiane l’amministratore delegato di Sace Alessandra Ricci: «Le nostre aziende medie sono meno vulnerabili delle omologhe francesi e tedesche, sono più produttive e avranno la capacità di orientarsi meglio per superare l’incertezza».