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 2025  gennaio 23 Giovedì calendario

Sangue, pusher e proiettili al Quarticciolo

Sangue, pusher e proiettili al Quarticciolo, la borgata nel V municipio alla periferia est della Capitale, oggi una delle principali piazze dello spaccio d’Europa. Negli anni della Resistenza era una piccola fortezza della banda partigiana guidata dal calabrese Giuseppe Albano, il Gobbo del Quarticciolo, dove i soldati tedeschi non riuscivano a entrare. Un passato glorioso ma lontano in una zona che, tra interventi mancati e opere mai realizzate, è diventata oggi una linea di confine per gli affari a peso d’oro della criminalità organizzata con un giro milionario. Solo nel 2024 i carabinieri della compagnia Casilina hanno sequestrato cocaina, crack e hashish per un totale di 250 mila euro. Nello specifico, nell’ultimo anno i militari hanno confiscato 7 mila dosi di cocaina, 2 mila di crack e 2 mila di hashish. Ancora: l’anno precedente in una maxi operazione della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) e i militari, hanno smantellato un gruppo criminale calabrese che “fatturava” mezzo milione di euro l’anno in cocaina e crack. E, paralleli alla linea dello spaccio, corrono gli interessi delle famiglie criminali che presidiano, tra agguati e aggressioni, le strade del quartiere sorvegliate da sentinelle e spacciatori. Tanto che, con il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri, sono state previste misure emergenziali per il municipio con l’obiettivo di contrastare «situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile». Un programma di riqualificazione da 180 milioni di euro che oltre al Quarticciolo, si allarga ad altre cinque aree a rischio, come Rozzano (Milano) o Scampia (Napoli). Nel quadrante resta dunque altissima l’allerta sicurezza.  Ancora ieri, altre 18 persone sono finite in manette con l’accusa di spaccio e diverse dosi di droga sequestrate. Si conferma dunque il record negativo di un arresto al giorno, circa 24 al mese. Si tratta della “manovalanza” di cui si servono le bande criminali. Perlopiù stranieri di origini nigeriane e tunisine: «Abbiamo registrato un cambio di passo in questo senso – spiegano gli investigatori- perché si tratta di giovani stranieri reclutati come spacciatori e sentinelle». Pedine appunto, per le grandi famiglie che gestiscono le piazze. Con un ruolo solo apparentemente marginale. Un ulteriore allarme era scattato lo scorso aprile quando un romano di 22 anni ha accoltellato un tunisino di 19 anni. Le indagini dei carabinieri hanno accertato che l’agguato era maturato proprio per la gestione di una delle piazze del quartiere: «Di fatto, si tratta di piccoli spacciatori stranieri che si allargano acquistando spazi e poteri che poi rivendicano. In questo quadro abbiamo inserito l’escalation di agguati e aggressioni tra il 2022 e il 2024» precisano gli investigatori. Intanto nelle piazze del Quarticciolo si sono affacciate nuove famiglie criminali. Nell’ultimo maxi blitz della Dda, Ottobre libero del 2023, in manette erano finite sei persone insieme al boss, Antonio De Vito, “Zio Antonio”. Il capo appartenente alla cosca Giampà di Lamezia Terme, si era trasferito dalla Calabria a Roma facendo in una bisca del Quarticciolo il proprio quartier generale organizzando un traffico da 60 mila euro al mese. Quando è stato raggiunto dalla misura cautelare, De Vito si trovava già nel carcere di Parma. Per gli investigatori, era Zio Antonio il vertice della banda composta da sei persone che gestiva e riforniva la piazza di spaccio compresa fra via Manfredonia e piazza del Quarticciolo: l’ipotesi è che le sostanze stupefacenti provenissero dal Sud.